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AGGRAPPATI A JOJO

di Tommaso Loreto

Una sconfitta immeritata, quella rimediata dalla Fiorentina ieri a Catania. In virtù di un primo tempo della squadra di Rossi probabilmente tra i migliori della stagione, e anche di un Catania che nel secondo tempo ha davvero fatto poco per portarsi a casa i tre punti. Restano, però, a margine dell'uno a zero odierno, le consuete, amare, riflessioni che in casa viola ci auguriamo prima o poi vengano prese in considerazione.

Perchè poi, alla fine, non sembra così difficile capire come l'equazione base del calcio reciti che "vince chi segna". Eppure, almeno nelle ultime finestre di mercato, sembra che per i viola la matematica sia rimasta un mistero. Tanto da spedire un po' ovunque attaccanti di qualsiasi tipo (Pazzini, Osvaldo, Mutu Gilardino, Silva, Babacar) per farne rientrare solo con il contagocce, e magari nemmeno troppo freschi sotto il profilo fisico e mentale (leggere alla voce Amauri) o dagli alti e bassi sproporzionati (leggere alla voce Cerci).

Ed ecco che, allora, nella settimana che ci accompagnerà alla sfida contro la Juventus, capiti di ritrovarsi con le mani conserte a pregare gli Dei del pallone affinchè JoJo possa recuperare. Perchè comunque la si guardi, anche ieri a Catania, la Fiorentina ha messo in mostra un reparto offensivo che per segnare ha bisogno quasi di un miracolo, salvo poi capitolare al primo affondo avversario. Jovetic, per il momento, scalpita, e ha ovviamente una gran voglia di tornare.

Ma contro i bianconeri che, probabilmente, faranno risuonare nuovi piagnistei arbitrali nei prossimi giorni, immaginare di potersela giocare senza il miglior realizzatore è un vero e proprio incubo. Ad oggi non esistono certezze sul rientro di Jovetic, se non la stessa voglia del montenegrino di esserci comunque. Speriamo allora che possa davvero riprendersi il proprio ruolo in attacco e la devastante percentuale che lo vede protagonista nei marcatori di questa Fiorentina. Perchè così non fosse, ad oggi, immaginare chi possa punire la Juve buttandola dentro è esercizio che può deprimere.