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AGRODOLCI ADDII

di Andrea Giannattasio

Tra le numerose trattative che Corvino sta seguendo con assidua impazienza, ce n'è una che pare essere davvero vicina al suo epilogo; stiamo parlando chiaramente dell'affare che dovrebbe portare nei prossimi giorni Alessio Cerci alla corte di Roberto Mancini a Manchester.

Senza dubbio un netto cambio di prospettiva quello con cui l'Hanry di Valmontone si troverà a fare i conti: ambiente e stimoli nuovi, un calcio totalmente diverso e, ne siamo certi, una bella serie di 'guasconate' in meno. Già, perché se per tutta la prima parte della stagione, Cerci era stato aspramente becchettato per le sue prestazioni, in poco più di un mese era riuscito, tra il serio ed il faceto, a diventare il nuovo 'idolo' della Curva Fiesole, grazie ad una serie di partite nelle quali aveva trovato svariate volte la via del gol. "Il nostro Messi" era pertanto stato simpaticamente definito dalla Curva, un coro forse un po' azzardato, come d'altronde è nello spirito fiorentino, che salutava con immensa gioia la rinascita del talento di Velletri, un gioiello formato scommessa fino ad allora rimasto grezzo: un giocatore che, forse l'unico tra i compagni, aveva regalato barlumi di bel gioco nelle ultime partite in un campionato pressoché avaro di emozioni.

Ma a spezzare bruscamente l'idillio che pareva si fosse creato tra Cerci e Firenze sono arrivate le sferzanti dichiarazioni che il numero 24 viola ha rilasciato ad un settimanale sportivo, facendo capire senza mezzi termini che con la città non si sarebbe mai creato un feeling particolarmente solido e tanto agognato dalla piazza viola, desiderosa come non mai di ritrovare un nuovo beniamino sul quale puntare in vista del riscatto della stagione ventura.

Oggi, forse domani, forse tra una settimana Alessio Cerci saluterà la Fiorentina, il club che, nonostante tutto, lo ha lanciato nel calcio dei grandi e che ha permesso di stimolare l'interesse di Roberto Mancini che, parole alla mano del suo collega al City Salsano (LEGGI QUI) segue assiduamente da tempo il ragazzo, sottolineando che esiste una trattativa ben avviata.

E allora non rimane che il momento dei classici saluti di routine, còlti non certo da un sentimento di commozione ma forse da un pizzico di rimpianto: quel retrogusto agrodolce di dover dire addio ad un giocatore dal sicuro talento ma, purtroppo, dal carattere tremendamente difficile.