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AI SALUTI

di Tommaso Loreto

Giancarlo Antognoni e la Fiorentina si separano. La sensazione respirata da più di una settimana diventa certezza al termine di un incontro avvenuto in giornata che diventa l’ultimo atto di un rapporto durato due anni, i primi della proprietà americana. Il tanto atteso confronto tra le parti non ha modificato l’equilibrio venuto meno dopo la fine della stagione, quando i viola hanno immaginato un ruolo diverso per Antognoni e quando, invece, l’offerta di occuparsi dello scouting è parsa il ridimensionamento di una figura che tutti i tifosi viola hanno nel cuore.

D’altronde se la Fiorentina non ha cambiato idea sull’offerta nei confronti dell’ormai ex club manager nemmeno l’indimenticato numero 10 ha modificato il suo punto di vista, e come si poteva intuire non sono previste alternative all’addio. Sul tema è già stato scritto e detto molto, ferma restando la volontà di Commisso d’inserire fin da subito figure di spessore del passato viola (il primo a essere contattato fu Gabriel Batistuta, ma il discorso non fu mai approfondito) la rivoluzione che precede la terza stagione della proprietà statunitense si apre con una serie di addii agli ex arruolati in società, da Dainelli a Donadel e Buso fino, appunto, ad Antognoni.

Appurato che le scelte di una dirigenza, in attesa che i risultati ne determinino l’efficacia, restano sempre e comunque legittime, resta la domanda sul perchè di un trattamento che ha deluso tutti coloro che in Antognoni vedono, oltre che il simbolo del club, le competenze di un campione del mondo che in passato, da queste parti, ha saputo portare gente come Rui Costa e che in tempi non sospetti aveva anche già battezzato il talento di futuri campioni del calibro di Nedved o Thuram. Insomma se le capacità e soprattutto la rappresentatività di Antognoni sono stati i fattori che avevano portato Commisso ad accoglierlo subito nella neonata società, dopo che i Della Valle avevano atteso 15 anni prima di fare lo stesso, oggi l’offerta di un ruolo diverso è diventata direttamente il bivio di fronte al quale le strade dei protagonisti si separano.

“Mi ritrovo a dover prendere una decisione per colpa di qualcun altro” aveva detto Antognoni qualche giorno fa, “Chi dovesse parlare male della Mediacom verrebbe allontanato nel giro di poco” aveva invece fatto sapere dagli States Commisso nel preludio a un ultimo confronto che non ha modificato lo scenario. Con il rammarico che come nelle recenti circostanze anche il saluto in questione potesse essere diverso, per lo spessore della persona, per il valore di quanto ha saputo dare al club in campo e fuori, ma anche per quelle competenze calcistiche che forse, più che nello scouting giovanile, potevano essere sfruttate meglio e messe al servizio dell’intera squadra dirigenziale.