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AL CENTRO DEL VILLAGGIO

di Mattia Verdorale

Lo ha urlato Fabio Caressa nelle notti magiche degli azzurri l'estate scorsa durante gli Europei, e venne pronunciato per la prima volta da Rudi Garcia, quando da allenatore della Roma al termine di un derby, disse "abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio". Un proverbio francese che sta a significare il momento in cui, dopo un periodo di smarrimento, le cose tornano al loro posto, così come devono essere. Un detto che sembra calzare a pennello con il periodo che ha attraversato e sta attraversando Nico Gonzalez.

Difatti il periodo di appannamento tra Covid e squalifiche, è ormai definitivamente alle spalle: l'esterno viola ha ritrovato se stesso e nelle ultime uscite è stato senza dubbio uno dei migliori di campo a livello di prestazioni. Anche i numeri non mentono: con l'Atalanta Nico ha fornito un assist sontuoso a Piatek, è stato l'uomo viola più pericoloso per occasioni create (2), quello che ha vinto più duelli individuali con l'avversario (10), e quello più 'picchiato' con 5 falli subiti. Finalmente l'argentino ha fatto vedere quell'immagine di funambolo imprendibile che Firenze aveva imparato e stava imparando a conoscere all'inizio del campionato.

Il suo contributo a livello di temperamento è essenziale e in campo fa la differenza: corre, vince duelli, serve assist ai compagni, dribbla e crea superiorità numerica. Adesso deve solamente ritrovare l'agognata via del gol per concludere un percorso di crescita ormai affermato e che potrebbe consacrarlo come leader di questa squadra a tutti gli effetti. Gli manca un solo gradino per diventare un vero trascinatore della squadra di Italiano e mettersi definitivamente così al centro del villaggio.