.

ALLA RICERCA DEL GOL PERDUTO

di Giacomo Iacobellis

"Se non segni, non vinci". Quale massima del calcio fu mai più attuale in casa Fiorentina? Dopo un girone d'andata strepitoso, i viola si ritrovano ora a corto di benzina e non riescono più ad esprimere il calcio convincente  - e vincente - che fino a qualche mese fa strappava consensi unanimi in tutta Italia. La mole di gioco resta, insomma, ma le reti non arrivano. E se arrivano, sono pari a quelle degli avversari.

Tra mercato, calo fisico e screzi societari, il recente flop dei gigliati si spiega proprio con questi dati allarmanti. Solamente quattro gol all'attivo nelle ultime sei partite, cinque di campionato e una in Europa League (0-3 col Tottenham). Non è un caso dunque che nell'ultimo mese e mezzo circa la Fiorentina, dopo il 3-2 di Bergamo, non sia più riuscita a vincere, salutando prima il palcoscenico europeo e da ieri pomeriggio, con soli 4 punti in cinque gare (1-1 col Napoli, 1-4 con la Roma, 1-1 con l'Hellas, 0-0 col Frosinone e 1-1 con la Sampdoria), probabilmente anche il terzo posto.

Andando ancor più nel dettaglio, le ultime partite non fanno che evidenziare il trend decrescente in termini di realizzazione degli attaccanti viola. Curioso che le reti con Napoli, Roma, Hellas Verona e Sampdoria siano arrivate infatti grazie a un difensore, Marcos Alonso, allo specialista dei calci piazzati Ilicic (una su calcio di rigore) e all'uomo dell'ultimo quarto d'ora Zarate. Se El Shaarawy e Perotti vantano già rispettivamente sei e tre centri con la maglia giallorossa, dalla fine del mercato di gennaio Kalinic e Babacar sono riusciti invece a gonfiare la rete solamente una volta per uno. E pensare che il punto debole della Fiorentina doveva essere la difesa...