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ALLA RICERCA DI OSSIGENO

di Dimitri Conti

Una brutta sconfitta, quella di ieri sera sul campo di White Hart Lane, dove un Tottenham formato deluxe ha passeggiato sulla copia sbiadita della Fiorentina di Paulo Sousa, probabilmente nella sua peggior versione stagionale: tanti errori, imprecisioni e gravi distrazioni. La Fiorentina è stata sì in partita per quasi un'ora di gioco, ma non ha dato la sensazione di riuscire a sfondare la retroguardia inglese, e l'unico tiro in porta che si è registrato porta la firma di Borja Valero: una conclusione dal centro-sinistra tutt'altro che insidiosa per un portiere come Lloris, che non è stato mai realmente impensierito dal reparto offensivo dei viola, nel quale probabilmente l'unico a non sfigurare è stato Kalinic, propositivo nell'andare a prendersi palloni difficili e a fare la guerra con i centrali avversari.

Ciò che è saltato maggiormente all'occhio è stato un mismatch fisico insormontabile per gli uomini di Sousa, trovatisi a dover fronteggiare una difesa di energumeni rapidi (Dier aveva le sembianze di una diga umana), e un attacco altrettanto prorompente, dove i vari Chadli, Lamela, Eriksen e Alli, pur in mancanza di un centravanti vero e proprio, sono riusciti a garantire oltre ai muscoli la tecnica necessaria per la manovra degli Spurs: inserimenti continui che hanno mandato costantemente in difficoltà i tre centrali viola, ed hanno costretto Gonzalo - autorete a parte - ad uscire dal campo al termine della sua peggior prova dell'anno, così come i suoi colleghi di reparto. Ma, lungi dal voler essere una giustificazione, c'è da sottolineare il fatto che Gonzalo ed Astori giocano ininterrottamente quasi da settembre, e, se bisogna trovare un lato positivo nell'eliminazione dalla seconda competizione europea è proprio quello di permettere un finale di stagione di maggior respiro per i due difensori che ormai hanno preso ufficialmente le redini del reparto difensivo di Sousa.

Anche a centrocampo il discorso resta simile, e la buona notizia per il tecnico portoghese si riscontra nella possibilità di gestire in maniera migliore gli uomini chiave: Borja non è sembrato nella stessa condizione mostrata nel resto della stagione, quasi certamente a causa della febbre che lo aveva colpito nei giorni precedenti alla sfida, ma forse anche per il continuo ed ininterrotto impiego che ne fa, a ragione, Sousa. Lo stesso si può dire per Bernardeschi, incensato nelle ultime settimane ma ieri autore di una prova densa di decisioni sbagliate, costate anche una bella fetta di pericolosità offensiva alla manovra dei gigliati. Anche Badelj, il cui rientro è stato atteso e sospinto dalla collettività, è sembrato poco lucido, pagando pegno di una condizione fisica precaria in una contesto dove l'aggressione avversaria era pressoché continua. Insomma, se proprio bisogna voler - e ad oggi è un dovere - trovare qualcosa in fondo al barile della delusione per la netta sconfitta e la cocente eliminazione dall'Europa League, c'è da augurarsi che sia un po'di ossigeno, in aiuto al recupero fisico e mentale dei giocatori di Sousa, per tornare sui migliori livelli di gioco espressi sinora, alla ricerca di quella lucidità ed efficacia venute meno con gli Spurs. Il proseguo della stagione viola passerà dunque dalla gestione e dal recupero dei titolarissimi, vista l'assenza evidente di rincalzi adeguati agli obiettivi ambiziosi di società, squadra e tifoseria. Lunedì è la prima tappa, e un risultato pieno contro il Napoli potrebbe spingere i ragazzi di mister Sousa verso traguardi fino ad ora impensabili.