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ALLENATORE O MANAGER?

di Matteo Sestini

Non sarà magari il nodo gordiano, ma quello della pianificazione del mercato è sicuramente un terreno di confronto, e scontro, per determinare la permanenza a Firenze di Paulo Sousa. Il tecnico lusitano coltiva una grande ambizione: quella di essere un manager vero e proprio. Esattamente come accade in Premier League, campionato nel quale non a caso Sousa spera un giorno di approdare (nuovamente). La domanda piuttosto è un'altra: il sogno di diventare manager, e quindi di avere ancora maggiore influenza nelle strategie di mercato, concilia con la futura ristrutturazione della società Fiorentina?

A giudicare dai nomi usciti nelle scorse settimane per una eventuale successione (o affiancamento?) a Daniele Pradè pare proprio di no. Pantaleo Corvino, Pietro Lo Monaco e Franco Baldini. Tre accentratori. Tre plenipotenziari. Pochi collaboratori, scelte arbitrarie, carta bianca e, possibilmente, un discreto portafoglio. Con questa tipologia di dirigente l'allenatore ha un solo compito: mettere in campo la squadra. E questo, per Sousa, potrebbe essere limitante. Lui che ha una mentalità moderna, di una società viva ed aperta al confronto e in cui ognuno non è rinchiuso nel proprio alveo di competenza. Che si riferisse proprio a questo quando oggi in conferenza stampa ha parlato di ''cultura interna''? Possibile. D'altronde questa è una componente importante che peserà sulla bilancia quando società ed allenatore dovranno prendere una decisione per il reciproco futuro.

Intanto, continuano i tiepidi scambi di promesse e cortesie tra le parti. Attestati di stima e rassicurazioni. Non sappiamo quanto sinceri. Tutto questo in attesa che la nuova area tecnica abbia una guida chiara e che Paulo Sousa decida cosa vorrà fare da grande: l'allenatore o il manager. Il presente, tuttavia, reclama attenzione e concentrazione da parte di tutti. C'è un campionato da concludere degnamente, un quarto posto da recuperare o comunque un quinto posto da preservare. Sperando che la Juventus vinca la finale di Coppa Italia contro il Milan. Perché a questo siamo giunti. Purtroppo.