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ALONSO, SULLA SCIA DI BORJA...

di Stefano Borgi

Marcos Alonso è nato a Madrid... come Borja Valero. A differenza del "magnifico messere" (Borja è uno dei candidati, lo sapevate?) Alonso è nato 6 anni dopo (o quasi, visto che Marcos è del 28 dicembre 1990 mentre Borja è nato il 12 gennaio 1985). Marcos Alonso è il 5° spagnolo della storia viola (136° in totale, 65° dell'era Della Valle in attesa di Joaquin...) di professione fa il vice-Pasqual, ed arriva ad un anno di distanza dal più famoso concittadino. Come Borja, spera di continuare la tradizione spagnola inaugurata dallo stesso Valero. Eh già, perchè prima di Borja Valero le "furie rosse" a Firenze, ed in generale nel calcio italiano, non è che avessero avuto molto successo: ricordiamo il primo in ordine cronologico, Gullermo Amor, due anni alla Fiorentina tra il '98 ed il 2000 con sole 24 presenze. Quindi Luis Helguera, fratello del più famoso Ivan del Real Madrid, per lui solo 10 presenze in serie B nel 2003-2004. Poi Javier Portillo, giovane promessa madridista mai sbocciata, anzi...bocciata da Mondonico nel 2004. Per arrivare a Borja Valero Iglesias, vero e proprio crack che rende finalmente giustizia alla scuola spagnola campione d'Europa e del mondo. Allargando l'orizzonte al campionato italiano, il solo Luisito Suarez (all'Inter del mago Herrera per 9 stagioni tra il '61 ed il '70, con all'attivo tre scudetti, due Coppe Campioni, due intercontinentali più un "pallone d'oro" nel 1960) ha offerto un rendimento all'altezza. Gli altri? Molto meno. Citiamo in ordine sparso Martin Vazquez al Torino dal '90 al '92, Victor Munoz alla Samp dall'88 al '90, Mendieta nella Lazio 2001-2002, pagato ben 90 milioni di lire. Oggi abbiamo Bojan nel Milan, e se non è zuppa... Tutti arrivati con grandi credenziali, tutti hanno fortemente deluso. 

Ma torniamo a Marcos Alonso. "Forse non tutti sanno che..." Marcos è figlio d'arte, ma sopratutto nipote d'arte. Il nonno Marcos Alonso Imaz (detto Marquitos) giocò infatti la finale di Coppa Campioni del 30 maggio 1957. Era un difensore centrale che portava un soprannome dovuto al nome di battesimo, e per non confondersi con l'Alonso numero 1, portiere del Real madrid pluri-decorato. Perchè facciamo riferimento a quella finale? Perchè si disputò tra Real Madrid e Fiorentina, e finì 2-0 per i madrileni. Fu, tanto per cambiare, una partita decisa dall'arbiro (l'olandese Horn) che al 70' assegnò un rigore inesistente ai "Blancos" (fallo di Magnini su Gento, abbondantemente fuori area) decidendo di fatto la partita. Parliamo del grande Real Madrid di Alfredo Di Stefano, Gento, Torres, Kopa, quello per intendersi che vinse 5 Coppe dei Campioni consecutive dal 1955 al 1960. Parliamo però anche della grande Fiorentina di Bernardini, quella scudettata di Sarti, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Segato, Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Prini. Insomma... cambiano modi, tempi e fattori, ma come succede in matematica il prodotto... non cambia. Le premesse, comunque, ci sono tutte: Alonso nasce e gioca (in gioventù) a Madrid, lo presenta e lo precede Borja Valero, è nipote di cotanto nonno... In più deve farsi perdonare una finale "scippata" alla storia viola. Ora tocca a lui.


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