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ALTRI GIORNI DI APPRENDISTATO, LONTANO DALLE TELECAMERE

di Dimitri Conti

Se non è un record, poco ci manca. Si fa fatica a ricordarsi, perlomeno per quanto riguarda i tempi recenti, una Fiorentina il cui gruppo fosse così svuotato dalle convocazioni operate dai vari ct in giro per il mondo in occasione della sosta per le nazionali. Tante le partenze dal Centro Sportivo Davide Astori, che nell'ultimo allenamento della prima squadra contava appena dodici membri, dei quali uno, Norgaard, ha peraltro lasciato la città nella giornata di oggi per rispondere alla chiamata in extremis della sua Danimarca (LEGGI QUI). Tra questi però è rimasto a Firenze un elemento di assoluto rilievo come Jordan Veretout, uno di quelli che intendono sfruttare al massimo l'aspetto positivo del lavoro in così pochi, ossia la possibilità di poter essere seguito, indirizzato e monitorato al meglio da parte del proprio staff tecnico.

Tutto questo assume un valore particolare se si pensa al fatto che il francese sta lavorando senza tregua per riuscire a non far rimpiangere Badelj nella posizione di regista davanti alla difesa. Un'interpretazione del ruolo tutt'altro che classica: Veretout gioca da play con l'idea della costante aggressione verticale e mosso dal pensiero di verticalizzare, non di cucire con pazienza come invece da caratteristiche del compagno che idealmente va a sostituire. Se questo stile di gioco ha certamente degli aspetti positivi, specie nell'assetto che ha in mente Pioli, ci sono anche dei contro come ad esempio l'ancora non del tutto maturata capacità di essere costantemente un riferimento in quella zona del campo, o la postura adeguata da trovare per dare maggior pulizia tecnica alle proprie giocate. Ecco perché, lontano dalle telecamere e dai riflettori del campionato, questi giorni di lavoro potrebbero diventare preziosissimi per Veretout e per completare la sua trasformazione nel nuovo regista atipico che ha voluto la Viola.