ALTRO CHE BACINI
C'è una partita che, al momento, non conosce fischio finale. Tantomeno calci di punizione, ammonizioni o (figuriamoci) clamorose espulsioni. Si tratta della partita relativa ai diritti televisivi che sta andando avanti in Lega, e che ha visto la formazione di una spaccatura netta e decisa fra le cinque "big" (Milan, Inter, Juventus, Roma e Napoli) e le altre quindici squadre che, loro malgrado, completano il resto del campionato... Eh già, perchè a giudicare da quelli che sono stati i passi intrapresi dalla parte minoritaria (ma non per questo più debole) sembra quasi che la maggioranza delle altre società della massima serie siano, di fatto, semplicemente un surplus. Un addobbo se preferite.
Andiamo con ordine. Il nodo della questione sono i soldi, e sin qui non c'era molto di diverso da attendersi. Tanti soldi. Almeno 200 milioni di euro di diritti tv da spartirsi (secondo legge Gentiloni-Melandri) fra le 20 di A secondo specifici criteri. Fra questi anche il famigerato "Bacino d'utenza". Ad aprile scorso, intanto, si decide (a maggioranza con conseguente voto favorevole delle quindici medie-piccole) di dare mandato a tre società demoscopiche di valutare ed individuare proprio tali bacini. Decidendo di designare come società incaricate la Doxa, la Crespi e la Sport + Markt.
Il problema, però, sorge nel momento in cui le cinque big ribadiscono il proprio no. Fra l'altro appellandosi alla differenza, a rischio di fraintendimenti nelle valutazioni, fra il concetto di "Tifoso" e "Simpatizzante". In soldoni, questa la tesi delle "big", il concetto portante di un tifoso equiparato al simpatizzante andrebbe ad eccessivo vantaggio delle quindici "resistenti". Quasi a voler ribadire che, comunque la si voglia vedere (o valutare), nemmeno una maggioranza avrebbe potuto prendere decisioni in merito, se non in accordo con le cinque big.
Le ultime evoluzioni? La Juve minaccia di andarsene a giocare all'estero, Galliani e il Milan presentano ricorsi su ricorsi ed esposti all'Alta Corte di Giustizia presso il Coni, Lotito chiama a sè le altre quindici per tenere fermo il braccio di ferro. Nel frattempo una delle tre società demoscopiche, fra l'altro, è anche sparita per strada. Il 16 maggio la Lega si riunirà di nuovo e al di là delle preannunciate scintille si continuerà a discutere sulla vecchia delibera relativa ai vari "bacini d'utenza". Con un'unica domanda, già scritta, ripetuta ma alla quale raramente è arrivata risposta: con i soldi delle tv chi deve guadagnarci di più? La massima serie intesa come espressione di 20 società calcistiche italiane ai massimi livelli, o una minilega di "big"? Perchè nella seconda ipotesi, allora, tanto varrebbe pensare a campionati separati...