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"AMARCORD", Quando la "Fiesole" restò deserta...

di Stefano Borgi
Fonte: Stefano Borgi per FV

Questo Amarcord è dedicato a chi, in quel 28 gennaio 1990, allo stadio sarebbe voluto entrare e non importa se qualcuno glielo impediva, allo stadio avrebbe voluto cantare e non importa se nessuno lo ascoltava, allo stadio avrebbe voluto sostenere una squadra che piano piano sprofondava...

 

La Fiorentina ricomincia da tre. E' questo il numero, solitamente definito perfetto, delle sconfitte consecutive che i viola hanno raccolto nel 2009 e quella di stasera contro il Napoli è la classica partita da dentro o fuori. Prandelli dovrà rinunciare ancora una volta ad Adrian Mutu e si affiderà al "fenomeno" di scorta Stevan Jovetic, mentre una febbre di stagione ed acciacchi sparsi hanno eliminato Vargas, Kroldrup e Kuzmanovic. Non se la passa meglio il Napoli che, reduce da due sconfitte consecutive, verrà a sciacquare i panni in Arno senza Gargano, Contini e sopratutto senza un altro "fenomeno", lo slovacco Marek Hamsik. Ci saranno, invece, "el pocho" Lavezzi, funambolo argentino da sempre imprendibile per la difesa viola, e Christian Maggio che con Blasi e Pazienza compone il trio degli ex, avvelenati e vendicativi. Fiorentina-Napoli sarà una partita fra due squadre sull'orlo di una crisi di nervi che condividono un inizio di anno solare semplicemente disastroso, una persecuzione arbitrale apparsa a tratti scientifica e precedenti illustri, in qualche caso storici. Come quello del 28 gennaio 1990, esattamente 19 anni fa, quando tutta Firenze stava lottando contro una triste sensazione: Roberto Baggio a fine stagione sarebbe andato alla Juventus. C'è aria di smobilitazione in casa viola, i Pontello hanno perso stimoli ed entusiasmo e lo scenario che si apre all'allora stadio "Comunale" è unico ed irripetibile. La curva Fiesole totalmente vuota vestita di un solo striscione contro la proprietà, con i rappresentanti del tifo fuori dallo stadio a fare opera di picchettaggio. La partita finì 1-0 per il Napoli che di lì a poco vincerà il suo secondo scudetto ma nessuno se ne accorse. Si trattò di un gesto clamoroso, che farà il giro del mondo, e che qualcuno avrebbe voluto ripetere sabato scorso a Torino, ritirando la squadra dal campo dopo il primo tempo. Non sarebbe servito a nulla. Serve, invece, un gol di Gilardino, a secco da ben cinque giornate, serve il primo acuto di Jo-Jo chiamato finalmente a gonfiare la rete avversaria, serve tanto coraggio ed anche un pò di fortuna. Serve ritrovare lo spirito della vecchia Fiorentina.


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