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"AMARCORD", Terim e la corsa sotto la Fiesole

di Stefano Borgi

Il pretesto è la data del 15 ottobre, quando si giocò quel famoso Fiorentina-Reggina con il salto del tabellone pubblicitario sotto la "Fiesole". L'occasione è rinverdire la breve ma intensa storia fiorentina di Fatih Terim, e del resto l'immagine dell'Imperatore non passa mai di moda. “Mamma li turchi!” fu più o meno questa l’esclamazione del popolo viola il giorno dell’investitura di Fatih Terim come allenatore per la stagione 2000-2001. Il momento era delicato, se ne erano appena andati Trapattoni (senza grandi rimpianti) e Batistuta (con molti, moltissimi rimpianti). Unica garanzia... il regista dell’operazione, Giancarlo Antognoni (allora dirigente gigliato), che scommise sul talento e sul carisma dell’imperatore. L’inizio di stagione fu molto difficile: eliminazione dalla Coppa Uefa al 1° turno, un progetto di squadra che stentava a decollare e i primi dissapori con Vittorio Cecchi Gori. Poi, pian piano, la larva diventò farfalla e a cavallo fra Natale e la Befana sbocciò una viola fiorente il cui ricordo ancora oggi fa brillare gli occhi.

Ma andiamo con ordine. Il 15 ottobre del 2000 tutta Firenze ebbe modo di conoscere da vicino l'animo da combattente e l'indole istrionica (eufemismo) dell'Imperatore. La giornata era la seconda di campionato (esordio stagionale al "Franchi") ed era sopratutto una giornata "uggiosa", come l'avrebbe cantata Lucio Battisti. Sotto una pioggia fitta e tamburellante, infatti, la Fiorentina si trovava sotto per 1-0 contro la Reggina per un gol di Marazzina al 69'. Viola che si riversano arrembanti nell'area calabrese fino all'86', quando, in mischia, il portoghese Nuno Gomes pareggia le sorti della partita. Pochi secondi e la palla è già al centro. Fatih a grandi gesti spinge i suoi a cercare la vittoria, e su azione d'angolo, siamo al 91', il brasiliano Leandro schiaccia in rete di testa il gol del definitivo 2-1. E' l'apoteosi, la gente è in delirio e Terim si lancia in una corsa sfrenata sotto la curva per ricevere l'ovazione dei tifosi... praticamente il remake del Malesani di Udine del 1997.

L’apice della stagione fu invece raggiunto il 13 gennaio del 2001 quando al Franchi arrivò il Milan che venne letteralmente ridicolizzato. 4-0 il risultato finale con i gol di Nuno Gomes nel 1° tempo, e quelli di Cois, Chiesa e Rui Costa nel secondo. Ammirammo una squadra viola assoluta padrona del campo, determinata all’inverosimile, orchestrata dal fuoriclasse portoghese autore di due assist ed un gol. Quest'ultimo, fantastico, arrivò al termine di una lunga cavalcata solitaria che ci dipinse il fantasista lusitano nell'affresco più bello della sua carriera. Ahimè, quella fu l’ultima volta che l’imperatore conquistò i cuori dei tifosi viola, poiché da quel momento la Fiorentina iniziò una lenta ma inesorabile parabola discendente, con l’unica eccezione della conquista della finale di Coppa Italia un mese dopo, sempre a spese del Milan. Il tecnico turco si dimise, decisivo in tal senso fu il mancato rinnovo del suo contratto (richiesto a gran voce dalla piazza) e nel conclave svoltosi nell’attico fiorentino di Cecchi Gori, subito dopo il confronto con i rossoneri, ci fu la fumata nera. Resta memorabile la rappresentazione scenica dell’incontro, tutta la Firenze viola attese invano il fatidico “nuntio vobis” seduta sulle spallette dell’Arno illuminato dalle luci della TV turca accorsa a raccontare l’evento. La delusione fu cocente e con l’imperatore se ne andarono anche Antognoni, l'allenatore in seconda Antonio Di Gennaro e tutto lo staff tecnico. A loro subentrò Roberto Mancini che, pochi mesi dopo, ebbe la ventura di vincere la coppa Italia battendo il  Parma nella doppia finale. Peccato... una delle tante storie viola lasciate a metà, troncate sul nascere, con quel retrogusto un po' amaro ed un diffuso senso d'incompiuto. Di Fatih Terim e della sua travolgente Fiorentina, comunque, resterà per sempre un ricordo da tramandare alle future generazioni.


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