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AMAURI, Il 22° (italo) brasiliano della storia viola

di Stefano Borgi

Amauri Carvalho de Oliveira è il 22° brasiliano che veste la maglia viola. Il passaporto reciterebbe doppia nazionalità italo-brasiliana, ma Carvalho nasce a Carapicuiba il 3 giugno del 1980, cresce nelle giovanili del Santa Caterina, prima di emigrare con la famiglia nel Bellinzona. Corvino lo ha acquistato per 500.000 euro dalla Juventus, con un contratto di sei mesi e la casacca numero 11 che fu di Gilardino. Prima di lui, nella ormai ottuagenaria storia della Fiorentina, tanti fuoriclasse, qualche bufala, promessi campioni che hanno poi deluso le attese. Segni particolari? Tecnica invidiabile, classe cristallina, e l'immancabile “saudade”. A partire dall'immenso Julio Botelho (in arte Julinho) che nel 1956 regalò a tutta Firenze il primo, fantastico, scudetto. Proseguiamo con Antoninho (una meteora, anni '60) e poi Amarildo (anche lui col suo bel nome per esteso, Amarildo Luis Tavares De Silveira) giunto a Firenze dal Milan, già campione del mondo col Brasile nel 1962. Amarildo fu decisivo per la conquista del secondo scudetto (1969), come decisivo fu “il cucciolo” Carlos Dunga per la Fiorentina di Sebastiao Lazaroni (allenatore, anche lui brasiliano) e per quella di Eriksson. Al contrario fu una delusione il “dottor” Socrates (non una bufala, attenzione...) quello che per tutti era il “Tacco di Dio”. Il barbuto centrocampista arrivò con grandi credenziali ed una laurea in medicina (si diceva...), ma la sua esperienza in riva all'Arno naufragò in un fiume di birra. Negli anni 70' fecero bene Clerici e Sormani, mentre gli anni '80-'90 vivono di luci ed ombre con Adriano detto l'Imperatore, Mazinho e Marcio Santos (campioni del mondo 94' ma, ahimè, a Firenze non se ne accorse nessuno), Amaral, Leandro (uno dei sostituti di Batistuta), Edmundo... tanto genio, tantissima sregolatezza ed un soprannome (O' Animal) che non lasciava dubbi sul suo spessore umano. Citiamo anche il belga-brasiliano Lulù Oliveira, detto il "barroso", che come Amauri aveva doppia nazionalità, fino all'era Corvino. Il colpo (in entrata, ma sopratutto in uscita) fu Felipe Melo dall'Almeria: 8 milioni per il suo acquisto, 25 per la cessione alla Juventus ed una plusvalenza che ha ormai fatto storia. Pochi mesi prima c'era stato Reginaldo (fu vera gloria la storia d'amore con la Canalis?) per arrivare a vere e proprie bufale come Keirrison e Felipe Dalbelo. Il presente è del portiere Neto, di Ròmulo Souza Orestes Caldeira prelevato dall'Atletico Paranaense per 2,5 milioni di euro, e di Amauri...centravanti italo-brasiliano chiamato a guarire i malanni endemici dell'attacco viola. Amauri è il 7° esponente del “futbol bailado” portato in maglia viola da Corvino, e (citando proprio le parole del calciatore) speriamo dimostri quanto prima di meritare la maglia viola.


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