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AMRABAT, IL PESO SULLA SCHIENA E IL RAMADAN

di Giacomo A. Galassi

Chissà che l'inizio del Ramadan non possa essere anche l'inizio di una nuova era per Sofyan Amrabat alla Fiorentina. Di sicuro c'è che ad otto partite dal termine della stagione si contano sulle dita quelle in cui il centrocampista marocchino ha fatto davvero la differenza. Non si può annoverare tra queste l'ultima sfida giocata da regista contro l'Atalanta, un match che ha visto il classe '96 in estrema difficoltà di fronte al pressing forsennato degli uomini di Gasperini. La presenza di Amrabat si è notata solo per un paio di errori in impostazione, davvero troppo poco per chi era arrivato a Firenze dopo una stagione stellare all'Hellas Verona di Juric.

Problemi di adattamento, certo, così come anche problemi di collocazione in una squadra che gioca con un altro piglio rispetto agli scaligeri. Ma con il ritorno di Pulgar dal 1' e dopo la prestazione opaca contro l'Atalanta, è facile aspettarsi che Amrabat torni in panchina contro il Sassuolo. Il tutto durante la visita a Firenze di Rocco Commisso, il presidente viola che tanto ha voluto il centrocampista nato a Huizen, in Olanda.

I 20 milioni spesi più di un anno fa per strapparlo alla concorrenza sono un peso che per forza di cose Amrabat si porta sulle spalle (anche se è la schiena ad aver dato diversi problemi al centrocampista nell'ultimo mese) e con il quale dovrà cominciare a convivere. Perché il giocatore visto a Firenze sembra solo un lontano parente di quello ammirato in Veneto, e la Fiorentina avrà bisogno anche della migliore versione di Amrabat per tirarsi fuori dalle sabbie mobili della classifica.