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ANCORA UN DECOLLO RIMANDATO

di Sonia Anichini

Sarebbe stato bello essere la prima squadra a far perdere la Roma, ma ieri è stata l’ennesima sconfitta viola all’Olimpico, la seconda giocata di seguito per l’8 dicembre. La paura di dover ridimensionare i progetti iniziali, terzo posto, si sta insinuando nei nostri pensieri e, la mancanza di Gomez, non è il solo problema. Se ieri Neto può essere considerato incolpevole, la difesa in toto ha ballato danze non proprio esaltanti. Va bene che la Roma è partita a spron battuto, ma i nostri uomini non sono stati esenti da colpe. Se Tomovic si è fatto perdonare dell’errore su Gervinho, trasformandosi in ala e propiziando il gol del pareggio, non è stato altrettanto fortunato capitan Pasqual che, non attento sulle reti giallorosse, si è visto respingere, da una parata stratosferica di De Sanctis, il gol del probabile pareggio su una punizione da lui calciata molto bene. La difesa, che è la stessa dello scorso anno, sta trovando qualche difficoltà in più rispetto allo scorso campionato e la prova ne sono i tanti, troppi, gol subiti.
Oltre che a Neto, vanno fatti i complimenti a Vargas che, con i pochi minuti giocati, ha una media gol niente male ed, anche ieri, la sua famosa “castagna” è stata preziosissima. Sulla fascia opposta, con la fascetta bianca nei capelli per distinguersi da quella nera di Gervinho, Cuadrado continua ad annaspare da qualche partita. Che sia disorientato dai cambiamenti, a volte gioca a sinistra per far posto Joaquin o sulla linea dei difensori, non è dato sapere ma, dall’alto delle sue doti, dovrebbe superare questo ostacolo con l’impeto e la forza che lo contraddistinguono. 
Qualche problema lo ha palesato anche il centrocampo e più precisamente Alberto Aquilani che, tranne un prezioso tunnel, ha bucato due gol, uno eclatante, e si è perso, come è già successo altre volte, a girellare per il campo. Se sente il richiamo del sangue, se la sua romanità lo frena, chieda di essere esentato da giocare queste partite e il Mister troverà una alternativa. 
Il suo contributo è troppo scarso e viene in mente i discorsi dei professori ai ricevimenti scolastici: è bravo, però non si applica e potrebbe fare molto di più. C’è ancora molta strada da fare e possibilità di passare a pieni voti!
Tutti questi intoppi, queste imprecisioni, vanno a fare da corollario, non certo gradito, all’assenza di Gomez che si protrarrà, probabilmente, fino al nuovo anno. La titubanza di Montella sul suo rientro ne è un chiaro segnale.
Tanto ha fatto fino adesso, ma Pepito Rossi è sempre più solo la davanti.
L’analisi riporta purtroppo alle incertezze iniziali e cioè all’inevitabile rimuginare che si farà intorno a questa nuova sconfitta e alle ambizioni viola, legate ad un momento non troppo felice.

La Signora in viola