ANDREA PAZZAGLI, "Con Giancarlo un rapporto che va oltre l'amicizia"
"Giancarlo per me è come un mezzo parente". Andrea Pazzagli ne parla così, con il sorriso stampato sulle labbra. Lui ed Antognoni lavorano spalla a spalla da anni nel settore giovanile della Figc, impegnati nel crescere le pianticelle azzurre che seguono anche in giro per il globo nei vari tornei. Firenzeviola.it ha contattato l'ex numero uno viola proprio per scoprire qualche retroscena sull'amico fraterno.
Com è lavorare spalla a spalla con Antognoni?
"Bellissimo. Lo facciamo da anni, e tra noi è nato un rapporto che va oltre l'amicizia, lo sento davvero come un mezzo parente. Ho scoperto che ha praticamente solo lati positivi e, anche se non si esprime quasi mai a riguardo, è anche un grandissimo intenditore di calcio. Difficilmente sbaglia giudizi su un ragazzo".
Però latita la sua presenza sui grandi palcoscenici...
"Sinceramente non so spiegarmelo, è un vero peccato che non sia apprezzato per quello che vale. Li meriterebbe tutti, ma forse è perché non ama la ribalta".
Ci confessi un segreto: quanto gli manca vivere la Fiorentina dal suo interno?
"Giancarlo viene sempre identificato con i viola e lui fa lo stesso, anche se non si riconosce più di tanto in questa società. Non gli è mai stato offerto un colloquio, neanche un accenno, chiaro che non sorrida dinanzi a questa situazione. Però, nonostante ciò, il suo cuore è gigliato al 110%".
Cosa dicono di lui in giro per il mondo?
"Abbiamo girato tanto insieme per le nazionali giovanili e, sono sincero, è conosciuto alla stregua di Paolo Rossi, dall'Azerbaijan al Giappone. Solo una volta...".
Prego...
"Beh, eravamo in Portogallo, all'aeroporto di Lisbona. Un signore mi viene incontro e mi fa 'grande Pazzagli, l'ex portiere, sei sempre stato un idolo. E chi è questo signore biondo insieme a te?'. Ecco: credo sia l'unica volta che è successo, solitamente è il contrario...".