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APPROCCIO GIUSTO CERCASI...

di Luciana Magistrato

Una Fiorentina che giochi per 90 minuti. E' questo il desiderio sotto l'albero dei più stufi di vedere una partenza della squadra sempre ad handicap e poi una reazione che permette ai viola di uscire sì a testa alta ma senza punti nel carniere. Insomma continuando a regalare un tempo e poi a rincorrere, a fine gara è inevitabile guardare più la parte positiva e parlare di squadra che può giocarsela alla pari con tutti e proprio questa nota positiva (ma totalmente improduttiva nella maggior parte dei casi) copre quelli che sono invece i difetti. Sousa e i giocatori tendono a minimizzare. Solo Bernardeschi ieri ha avuto il coraggio di ammettere che l'approccio è sbagliato e che non si può sempre rincorrere e recuperare dopo che ti hanno segnato. Sousa parla sempre e solo di "sbagliate decisioni" individuali, di errori sfortunati, di episodi coprendo quello che ai più sembra un approccio di squadra moscio e troppo prudente.

La scorsa stagione la Fiorentina faceva esattamente il contrario: partiva a mille facendo un pressing alto e aggressivo sulla squadra avversaria. E' stato il biglietto da visita di Sousa che, si diceva, avesse ereditato una squadra che con Montella aveva imparato ad attaccare bene ma a difendere poco e alla quale il portoghese aveva dato quella cattiveria che spesso era mancata nella precedente gestione. Preparazione e gestione del lavoro sono stati cambiati, Sousa lo ha sottolineato spesso, per correggere alcune lacune dello scorso campionato, per evitare cioè un calo netto a gennaio e per passare il girone di Europa League da primi. Di questo al portoghese va dato atto ma perché cambiare anche l'approccio alle gare che era stato un punto di forza? Vedremo se giovedì almeno contro il Napoli di uno strepitoso Mertens la "garra" e l'aggressività saranno costanti per 90 minuti, inizio compreso.