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ARRIVA LA KRYPTONITE VIOLA. MA NON È LA STESSA LAZIO. DOMENICA IL PRIMO SCONTRO DIRETTO

di Alessandro Di Nardo

Se la Fiorentina fosse Superman, la Lazio sarebbe Lex Lutor. O peggio, la sua kryptonite. Perché i numeri dicono questo: nell'ultimo quinquennio abbondante si sono alternati allenatori e calciatori, ma quando il viola ha visto il biancoceleste capitolino è quasi sempre finita male. Solo due vittorie nelle ultime 15 sfide. L'ultima, recentissima (il 2-1 di marzo scorso) ha spezzato una serie di sei partite senza vittoria per i gigliati. Ma non sembra aver dato una sterzata alla cabala: il popolo fiorentino si prepara ad accogliere "la maledetta Lazio", tanto per coniare il titolo di un celebre film. Se è vero però che le partite non si giocano sulla carta, è altrettanto giusto affermare che 'bestie nere', numeri e dati contano fino a un certo punto. Poi c'è il campo, ci sono i giocatori e ci sono due società che, in teoria, concorrono per obiettivi simili.

Sì perché la 'bestia biancoceleste' non è forse mai stata così vicina nelle ambizioni (parola trigger dalle parti del campanile di Giotto) rispetto all'attuale Fiorentina. Il mercato ha parlato di un ridimensionamento - anche se il presidente Lotito non l'ha mai ammesso - della rosa. Se n'era andato Sarri, proprio pochi giorni dopo la sconfitta del Franchi nella primavera scorsa, e anche Tudor era sembrato troppo ingombrante per le mire 'low profile' dell'Aquila di Roma. E così si è ripiegato su mister Marco Baroni, uno che a Firenze ci è nato e cresciuto e al quale la panchina della Capitale deve essere sembrata grandissima: la sta onorando, con un inizio di campionato tutto sommato in linea con le aspettative nonostante un ambiente pieno zeppo di polvere da sparo dopo gli addii degli artefici del quinquennio ai vertici (Milinkovic Savic, Luis Alberto, Felipe Anderson e Immobile).

Dicevamo però delle ambizioni e delle visioni simili delle due proprietà. E dei numeri, che contano il giusto. Ne prendiamo altri, riguardano il valore stimato delle due rose (dati Transfermarkt) che vedono la Fiorentina prevalere sulla Lazio (270 milioni a 224 per i viola), una superiorità figlia anche di un mercato, comunque la si veda, importante - per quanto riguarda i movimenti fatti - di Commisso, in raffronto a una sessione estiva in cui Lotito è sembrato voler creare un all star team di Salernitana e Verona. Non sarà una Lazietta, ma è comunque una delle più umili - e forse potrebbe essere questa la sua forza - tra quelle viste al Franchi nell'ultimo decennio, ancor di più per il forfait di Castellanos, uno dei migliori in questo avvio (3 gol in 4 giornate) e out per la trasferta toscana a causa di un colpo ricevuto lunedì contro il Verona. Sulla carta la Fiorentina parte alla pari, tutt'altra cosa rispetto all'incrocio di domenica con l'Atalanta, un club che, per respiro, blasone recente e mire future, c'entra poco con entrambe le squadre che scenderanno in campo per il lunch match del weekend. Per quello che, stavolta lo si può dire, dopo cinque gare contro squadre modeste e la sconfitta contro la big di Bergamo, è il primo vero scontro diretto per Palladino.
 


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