ATTO D'AMORE
Le premesse estive sono state portate via dal primo vento autunnale. Mauro Zarate, soltanto un paio di mesi fa, sicuramente immaginava un inizio di stagione diverso. Lui, a Moena, era stato il primo a scherzare su quel carattere particolare che lo ha a lungo limitato nel corso della sua carriera. "Se non fossi maturato, sarei un cogl..." disse in ritiro, confermando le buonissime sensazioni che arrivavano dal campo.
Non a caso, nelle amichevoli estive, era soprattutto lui a rappresentare la migliore sorpresa dell'attacco. Uno Zarate diverso, maturo, voglioso di dimostrare il proprio valore in maglia viola e per questo determinato a restare a Firenze durante le settimane di mercato. Il giusto atteggiamento, in sintesi, per affrontare una stagione importante. Buoni propositi che, come dicevamo, sono finiti in secondo piano davanti a qualcosa di molto più importante.
Gli affetti, la famiglia, la moglie costretta a combattere una battaglia troppo importante, e tutto ciò che ne consegue. Giorni difficili per Zarate, che da inizio agosto in poi ha cominciato la spola con l'Argentina. Nel mezzo anche le parole di Sousa, su un esordio che veniva rimandato partita dopo partita.
Sembrava che non arrivasse più il momento buono per Zarate, fino all'ingresso in campo di ieri. Circa un minuto e mezzo di gioco, poi quel tiro dentro al quale c'era tutta la voglia dell'argentino di rivedere la luce. Per lui stesso, certo, ma anche e soprattutto per mandare un altro messaggio di sostegno alla moglie e ai figli.
E, alla fine, anche il secondo gol, stavolta su punizione. Una notte da ricordare, per lui, e per tutti coloro che ieri, davanti a quelle lacrime e a quella dedica, si sono sentiti stringere il cuore. Perchè quei due gol sono importanti per ritrovare un ruolo da protagonista, certo, ma anche per tutto quel che rappresentano in un momento che deve aver fatto ulteriormente maturare Mauro.