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ATTRITI, DUBBI, PAROLE PESANTI. IN CASA VIOLA CI VORREBBE LA VOCE DEL PADRONE

di Sonia Anichini

Sarei curiosa di sapere cosa pensa il nostro Presidente di questo brutto periodo della Fiorentina. Mi immagino che sia basito, come tutti noi, e come tutti noi si sia dovuto risvegliare di colpo da un sogno che si è trasformato in un incubo. Quando pensava che fosse arrivato, finalmente, l’anno giusto per vedere un bel campionato della Fiorentina si trova a vedere un film con una trama che rischia di portarci al dejavu. Caro Commisso, si faccia sentire dai suoi perché è sempre e comunque lei il referente assoluto della società viola, nel bene e nel male. Parla Pradè, parla Ferrari e immagino che il senso dei discorsi sia condiviso, ma sentire “la voce del padrone” sarebbe cosa buona e giusta.

Da grande imprenditore qual è il Presidente credo che non possa concepire come la squadra si sia spenta proprio nel momento di massimo splendore, con quelle otto vittorie quasi da record, con Palladino e i suoi sulla bocca di tutti per l’exploit effettuato, per poi sciogliersi come neve al sole. Questo è il periodo della neve, del freddo glaciale e il pallido sole (al quale associo il punto raggranellato nel pareggio con la Juve e che è l’unico nelle ultime cinque partite) non può scaldarci per niente. La favola è implosa improvvisamente e quell’asticella che era stata alzata con troppa enfasi, che faceva pregustare obiettivi assurdi, per me, è bene riporla giù a favore di lavoro, impegno e convinzione.

Se sulle ali dell’entusiasmo siamo riusciti a farci male da soli, cosa succederà adesso che siamo nell’occhio del ciclone, dove c’è chi chiede la testa di Palladino, dove si paventano scenari di ammutinamento? Mi pare un quadro assurdo e a volte mi chiedo se non era meglio aver mantenuto un andamento altalenante, senza eccessive scalate di classifica perché sinceramente è inspiegabile quello che sta accadendo a Firenze. Cadendo dall’alto ci si fa poi più male.

Forse ci sono stati da subito degli attriti con l’allenatore, vedi le parole di Pradè sulla difesa, che credevo sopiti dai risultati ma forse il fuoco covava sotto la cenere e qui ritornano le parole del DS che evocano il “suicidio” dopo la gara col Napoli e “l’incazzatura” dopo l’imbarazzante sconfitta di Monza. Forse gli attriti sono anche fra il tecnico e qualche calciatore e sappiamo tutti la storia con Biraghi, come comincia a crearsi una telenovela intorno ai big del mercato estivo che non si stanno esprimendo da big. Colpa della condizione fisica, degli infortuni, degli schemi tattici o della simpatia?

In questa situazione dove molte cose vengono messe in dubbio, c’è da notare come i nuovi arrivati, passati dall’essere degli “scarti” di altre squadre a “menomale li hanno scartati perché sono i nostri eroi”, siano realmente in difficoltà. Se invochiamo cambi, Folorunsho è già arrivato, se parliamo di nuovi innesti, non è che alla fine questi ragazzi diventano delle riserve anche a Firenze? Bove purtroppo non può più giocare con noi, Cataldi ha problemi fisici, Adlì non regge una partita, Richardson è leggerino e poco pronto, Gosens paga forse l’età, Moreno…boh. Ci sono poi Kean e De Gea che sono quelli che hanno reso di più fin qui, per poi chiudere con il trio Colpani, Gudmundsson, Pongracic. Il trio delle meraviglie o meglio quelle che speravamo potessero essere e che pesano moltissimo sul bilancio (altro motivo per il quale mi auguro che il Presidente intervenga perché non può essere felice che i suoi investimenti non rendano), sulle aspettative che avevamo e sul quasi nullo contributo al gruppo.

È chiaro che serve un intervento sul mercato e le parole di Ferrari dovrebbero rincuorarci “questo è un momento difficile ma ne usciremo col mister, col lavoro e coi giocatori che andremo a prendere in questo mercato" e, visto che siamo a metà gennaio e la Viola arranca, forse è il caso di muoversi.

La Signora in viola