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AUGURI A... Claudio Merlo, il "secco" compie 65 anni

di Stefano Borgi

Giocava col numero 8 ma non era un regista, giostrava mezzala ma non era un goleador (anzi... in gol mandava gli altri con assist e verticalizzazioni da favola). Veniva da Roma ma si innamorò ben presto di Firenze, fino a versare lacrime amare quando Chiappella, il suo primo allenatore nella Fiorentina, nel 1976 lo richiamò a Milano sponda nerazzurra. Lo chiamavano il "secco" per la struttura filiforme delle sue gambe, compensata da un piede destro di velluto, croce e delizia di una carriera comunque luminosa. Il rimpianto? La maglia azzurra. Una sola presenza, il 5 gennaio del 1969, al mitico stadio Azteca di Città del Messico, per un amichevole in preparazione ai mondiali messicani del 1970. Stiamo parlando di Claudio Merlo, 11 stagioni con la Fiorentina dal 1965 al 1976, che oggi compie 65 anni. Claudio arriva a Firenze nell'estate del 1965 dal Tevere Roma, insieme a Franco Superchi, portiere con il quale vincerà lo scudetto del 1969. Al presidente Baglini il suo cartellino costerà ben 720 milioni, ma dimostrerà di valerli tutti. Narrano le cronache di una grande amicizia con "picchio" De Sisti, romano come lui, seppur diverso per indole e caratteristiche di gioco. Il centrocampo della Fiorentina tricolore si reggeva sul connubio tra la geometria di Giancarlo e la fantasia di Claudio. Il risultato finale fu una simbiosi perfetta che fece le fortune di quella Fiorentina. Merlo concluderà la sua carriera in viola con 257 presenze in serie A e 19 gol, uno scudetto (1969), due coppe Italia ('66 e '75), una Mitropa Cup ('66), ed una coppa di Lega italo-inglese. Fu capitano della Fiorentina per due stagioni (dal 74' al 76') dopo l'addio di De Sisti, prima dell'avvento di Antognoni.

Oggi Claudio Merlo dirige il settore tecnico giovanile della Floriagafir 2000, con sede nel viale Malta a Firenze. Poi la sua ultima creatura, quella della quale va più orgoglioso: il "Claudio Merlo Camp", a Fiumalbo sull'appennino modenese, un centro di tecnica calcistica e divertimento per bambini da 8 ai 15 anni. Per chiudere due aneddoti: si dice che la cosa che lo feceva più arrabbiare fosse la nomea di romano indolente e anche un pò pigro. Si dice che diventava una belva qualdo gli dicevano... "E' tanto bravo, chissà che carriera avrebbe fatto se non era romano..." L'altro aneddoto riguarda il suo secondo anno all'Inter, segnatamente la stagione '77-'78. Correva l'ultima giornata di campionato, Fiorentina in lotta per non retrocedere che gioca col Genoa in casa, Inter a metà classifica che incontra il Foggia a San Siro. Il caso vuole che proprio Fiorentina, Foggia e Genoa si giocassero la permanenza in serie A, con l'Inter involontaria ago della bilancia. Nell'intervallo, con Inter-Foggia ferme sull'1-1 (risultato che andava benissimo ai rossoneri pugliesi) si racconta che Merlo abbia chiesto un favore personale ai compagni nerazzurri affinchè si impegnassero alla morte per battere il Foggia e salvare la Fiorentina. Detto...fatto! Fiorentina e Genoa ancora impietrite sullo 0-0 mentre, a soli 10 minuti dalla fine, Facchetti fugge sulla sinistra, crossa nel mezzo dove Scanziani di testa realizza il gol del 2-1. Fiorentina salva, Foggia e Genoa in serie B. Ancora oggi, se chiedete a Claudio Merlo di chi fu il merito di quella salvezza all'ultimo tuffo, indovinate cosa vi risponde?