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"AUGURI A" Robbiati, e quel "golazo" alla Juve

di Stefano Borgi

Anselmo Robbiati, per tutti affettuosamente... "spadino". Un po' per la somiglianza col cugino di Fonzie, un po' perché quando entrava in campo "affondava" nelle difese avversarie come una lama nel burro. Per i tifosi viola diventò ben presto un idolo, per gli allenatori che lo hanno avuto (sopratutto per Claudio Ranieri) era manna, per certi versi indispensabile. Il tutto, però, rigorosamente a partita in corso. Eh già, perché Anselmo Robbiati quando entrava dalla panchina era a dir poco micidiale, riusciva come pochi altri a rovesciare le sorti del match, il suo ingresso somigliava ad una scossa elettrica. Lui, così fresco, guizzante, in possesso di colpi che in pochi avevano nel loro repertorio, trascinava i viola a vittorie epocali, rimonte impossibili. Piccola chiosa: Anselmo non ha mai accettato di buon grado la definizione di giocatore part-time, anzi l'ha sempre rifiutata, ma (purtroppo per lui) la storia non mente e non si puo' cambiare. Oggi "spadino" compie 43 anni, e a lui vanno gli auguri di Firenzeviola.it.

CON QUEL PIEDINO LI'... Il fisico minuto e asciutto, certamente scattante ma poco resistente (agli urti, non alla fatica), e quelle "gambine" secche, raffilate, sono state forse il suo grande limite. Anche se lui non voleva sentirselo dire. Caratteristiche tecniche? Mancino puro, tecnica di cachemire, chirurgico sulle punizioni, ficcante negli inserimenti, eccellente assist-man. E poi "spadino" segnava...segnava eccome! Il suo anno migliore fu il 96-97 quando realizzò 11 reti in 30 partite, mentre nelle sei stagioni disputate con la maglia viola (dal '93 al '99, arrivò infatti nell'anno della B) saranno in tutto 27 su 155. Memorabili quelle in coppa delle Coppe contro lo Sparta Praga (tiro incrociato di destro!) e contro la Juve nel febbraio '98 con Malesani in panchina: Anselmo riceve da Rui Costa sull'out destro, punta l'avversario e lascia partire un sinistro liftato sotto il "sette" alla destra di Peruzzi. E' il 3-0 finale, è il delirio, è la beatificazione di uno dei più grandi talenti della recente storia viola.

E A FINE CARRIERA... Due annotazioni per chiudere: Robbiati è stato il primo a calzare le scarpette di un colore giallo vivo (al tempo si disse... "sembrano quelle di Topolino"). Robbiati, infine, oltre che un gran giocatore, è anche una straordinaria persona, umile, disponibile. Volete la riprova? Qualche tempo fa accettò di far parte della squadra di Firenzeviola per un torneo di calcio a 5. Se non è bontà questa... Auguri Anselmo!


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Il fantastico gol di "spadino" alla Juventus