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AUGURI FIORENTINA

di Tommaso Loreto

Al termine di un 2019 avarissimo di gioie (a proposito...auguri!!) serpeggia un sottile malumore nella tifoseria viola, inutile girarci troppo intorno. Che i primi passi per una nuova proprietà potessero essere complicati era più che preventivabile, meno scontato che la Fiorentina si ritrovasse costretta – suo malgrado – a dover resettare qualsiasi tipo di ambizione ancora prima del giro di boa del campionato. E così, dopo il finale della passata da stagione praticamente da incubo, anche i primi sei mesi dell'era Commisso sono stati contraddistinti delle difficoltà.

Difficoltà nel primo mercato estivo in cui tempi stretti e una gestione del caso Chiesa non così efficace si sono ripercossi sui successivi mesi di partite. Difficoltà nel districarsi tra le tortuose strade della burocrazia italiana semplicemente per capire come e dove andare a lavorare per un nuovo stadio (e menomale la caparbietà di Commisso ha consentito il via al centro sportivo a Bagno a Ripoli). Difficoltà, infine, nel destreggiarsi di fronte a un prima vera crisi, profonda, esplosa con cinque sconfitte e un pareggio in sei gare, sfociata con l'avvicendamento Montella-Iachini ma covata nei mesi precedenti.

Un pacchetto di problematiche e imprevisti che ha obbligato la Viola di Commisso a rallentare i proclami, rimandare i buoni propositi della prossima estate a data da definirsi e pensare soprattutto a un presente delicato quanto la posizione in classifica. Si spiegano anche così le scelte degli ultimi giorni che hanno visto l'arrivo di Iachini sulla panchina dei viola; un modo per invertire il trend caratteriale della squadra e migliorare tutto l'atteggiamento in campo, a cominciare dalla condizione fisica (non a caso le prime sedute di Iachini sono state molto più lunghe rispetto al passato).

Diverso il discorso sul mercato, dove oggi la maggior parte dei tifosi si aspetterebbe di leggere più nomi alla Piatek che non in stile Cutrone o Petagna (eppure i due sono tra i primi obiettivi invernali con l'attaccante della Spal in forte rimonta). Sotto questo profilo, oltre a tener di conto le peculiarità di un mercato di gennaio dove raramente si fanno grandi affari, andrà anche concesso un ulteriore bonus di fiducia a una proprietà che dopo appena tre mesi dal suo arrivo ha dovuto ripartire da zero e cercare di ricostruire una squadra giunta sulle gambe al Natale. Anche perchè non è detto che gli arrivi di gennaio (un profilo alla Duncan del Sassuolo a metà campo e Bonifazi, o Kannemann, per la difesa) non possano rivelarsi funzionali.

Di certo non saranno semplici nemmeno le uscite, con più di un elemento ai margini e la situazione Pedro da non sbagliare. Se davvero in estate quasi 30 milioni sono rimasti in cassa per l'assenza di un affare prossimo alla chiusura (che fosse De Paul o Tonali) è però lecito anche attendersi movimenti importanti da parte del club di Commisso. Che da qui al 31 gennaio, quando si chiuderà il mercato, ha tutte le carte in regola per consegnare a Iachini rinforzi di spessore e lanciare un messaggio importante a una piazza delusa dal momento attuale. In fondo riuscire a fare meglio rispetto al 2019 non è una mission impossible.