AUSTERITY
Inutile girarci intorno. La chiusura del mercato di gennaio ha più il sapore di un'ulteriore delusione per il popolo viola, che non la tipica eccitazione da colpo a sorpresa. E non solo perchè, evidentemente, le entrate di Salah e Rosi non possono far tornare il sorriso a chi ha perso Cuadrado. Ma perchè quella squadra che si diceva potesse ambire alla Champions League, oggi come oggi, sembra uscire indebolita dalle trattative invernali nonostante un tesoretto sì da reinvestire, ma soltanto a giugno.
Firenze si aspettava in sintesi tutt'altro. Partito il giocatore più talentuoso i più si auguravano che potesse arrivare un rinforzo importante, al netto di Salah, non necessariamente legato alle richieste di Montella. Il quale, per inciso, è stato probabilmente soddisfatto a metà con l'arrivo di Rosi. Perchè tatticamente il giocatore risponde alle necessità dell'allenatore, ma forse l'attesa era per un profilo diverso. “Da spot”, si diceva nel pomeriggio di ieri, con probabile riferimento a un Montoya che avrebbe certamente entuasiasmato di più.
Ma in questo gennaio 2015 (terzo anno della gestione Montella) l'atmosfera che è regnata incontrastata in casa viola è quella dell'austerity e, forse, vien da pensare anche dalla confusione. Archiviata la delusione per il mancato rinnovo di Neto, e la partenza di Cuadrado, la Fiorentina ha in sintesi privilegiato il bilancio. Rientrando ulteriormente dopo che lo stesso ADV aveva ricapitalizzato a fine anno. E consegnando anche a Montella una squadra tutta da valutare da qui alla fine del campionato, nonostante la classifica non sia poi così nera.
Ma l'austerity di cui sopra sembra essersi materializzata anche in uscita. Perchè se è vero che Cuadrado ha portato nelle casse ben 30 milioni di euro, è altrettanto vero che in viola sono rimasti Ilicic e Lazzari, al di là delle complicazioni che hanno bloccato El Hamdaoui e della cessione in Olanda di Iakovenko. Tre esuberi rimasti in viola tra i quali il solo Ilicic potrebbe essere recuperato (difficile immaginare come) dallo stesso Montella. Se doveva essere il mercato della rosa da sfoltire e del monte ingaggi da abbassare, anche su questo aspetto, è difficile, molto difficile, non catalogare questo mercato come una sessione un filo contradditoria.