B. VALERO, Ritorna la buona politica del Sindaco
Tra i giocatori messi in forte dubbio per età, condizione fisica e reali possibilità d’impiego, è rientrato sin da subito Borja Valero. Lo spagnolo non ci ha pensato un momento di più a tornare a casa. Le coordinate tatuate sul suo braccio portano ad uno dei luoghi più belli del mondo, da cui è rimasto stregato. Per questo ha fatto ritorno nella sua Firenze, ancora con la fascia di sindaco a tracolla. Eppure le cose non sono andate bene sin da subito. Un fastidioso infortunio lo ha tenuto ai box per un mese e cinque giorni tra ottobre e novembre. Probabilmente la Fiorentina di allora, guidata da Iachini, contava molto sul suo apporto, quello di un calciatore di esperienza che conosce la piazza e vi è indissolubilmente legato. Così non è andata. In totale finora lo spagnolo ha collezionato solo 143 minuti in Serie A e 80 in (Coppa Italia). Numeri non entusiasmanti, anche se la sua stagione vera e propria è partita in netto ritardo: è tornato in campo contro il Benevento disputando appena 18 minuti.
Conscio delle sue potenzialità tecniche, Prandelli ha iniziato ad impiegarlo sempre di più. Effettivamente, da quando è stato schierato con maggiore continuità, il Sindaco ha cominciato a dettare la propria politica in mediana, garantendo maggior ritmo e facendo da appoggio ai più giovani, Amrabat in primis. Forse non è un caso che la sua ripresa fisica abbia coinciso con la rapida crescita del marocchino nelle ultime tre gare. Del resto lo ha detto il tecnico stesso dopo il trionfo contro la Juventus: “Borja quando ha i tempi, è un professore. Insegna calcio”. Già, la Juventus. Borja ne ha vissute diverse di gare contro i bianconeri, tra cui lo storico 4-2, durante il quale fu protagonista. Sfornò due palle magiche per il gol di Joaquin e la ripartenza dell’allora viola Cuadrado che, ironia della sorte, tre giorni fa ha cambiato il destino della gara venendo espulso. Ciononostante, il 22 dicembre scorso la gara del giocatore non è stata affatto eccelsa, anzi. Prandelli ha dovuto sostituirlo al 52’ dopo il rischio del secondo giallo in tre minuti. C’è da meravigliarsi, data la sua esperienza, ma visto il risultato, va bene così. In compenso il giocatore ha contribuito a riportare in campo due attributi fondamentali per giocare a calcio: la cattiveria e l’intelligenza, che se usate in sincronia, portano a grandi risultati.