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BADELJ, Un ritorno che non ha rispettato le attese

di Dimitri Conti

Nella stagione a due facce vissuta dalla Fiorentina, e quindi anche da gran parte della sua rosa, vi è qualche eccezione. Oltre alla vetta altissima di Franck Ribery, anche quella di Milan Badelj, purtroppo per lui e per il popolo viola una costante quasi sempre con rendimento negativo nel corso dell'intera annata. Se si eccettua infatti qualche parentesi più felice, su tutte quella di Milano nella vittoria in casa rossonera, quella del ritorno a Firenze del croato è stata una stagione deludente. Un ritorno tra l'altro durato solamente un anno, dato che i viola non hanno riscattato il play ora tornato alla Lazio. Un campionato anonimo, lontano dal ricordo che aveva lasciato quel centrocampista degno di imporsi in maglia viola dentro e fuori dal rettangolo verde, passando da geometrie cucite su misura alla capacità di emozionare che seppe trasmettere quando ricordò l'appena scomparso capitan Astori. Non è bastata però la mossa del cavallo (di ritorno) adottata da Pradè, che aveva visto in lui la figura adatta a scendere in campo senza tremori nelle gambe, a differenza di altri più giovani: 22 presenze con un gol e zero assist, oltre a una media voto di fatto insufficiente all'unanimità, condannano il rendimento sul campo. Quanto Badelj si sia saputo integrare con il tessuto connettivo di Firenze - anche per via della prole - rimane, ma da qualche giorno è ormai soltanto un ricordo, quel colore viola. Il futuro dice altro.