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BANCHI DI NEBBIA

di Tommaso Loreto

Poco da aggiungere a quanto già scritto nel comunicato di due giorni fa. L’area Mercafir resta indigesta a Commisso e alla Fiorentina, per una serie di motivi che più o meno tutti gli organi di stampa hanno già riepilogato. Questione di costi, di tempi, di incertezze varie e assortite che il presidente viola fatica ad accollarsi a fronte di investimenti monumentali. Non che dare vita a un nuovo stadio, con annessi e connessi, sia operazione immediata, ma certo il gioco deve valere la candela e Commisso ha ben chiarito che ancora siamo lontani da qualsiasi punto di accordo.

E così il giorno dopo le parole pubblicate sul bando relativo all’area in questione è quello delle altre ipotesi, tutte traballanti a cominciare da Campi Bisenzio dove tutto il percorso di urbanizzazione resta un altro ostacolo non indifferente fino all’ipotesi di ritoccare il Franchi altrettanto complessa. Quasi di fronte a un vicolo cieco il presidente ieri ha invitato tutti a far calmare le acque prima di aspettarsi sviluppi, in fondo il bando scadrà soltanto nella prima settimana di aprile e la squadra in questo momento non ha bisogno di distrazioni. 

Una sorta di tregua che arriva dopo mesi di colloqui e confronti, un limbo dal quale nessun scenario futuro dello stadio è mai uscito, una maledizione che nemmeno l’entusiasmo e la buona volontà dell’imprenditore americano sembrano aver scalfito. Certamente un argomento destinato a far discutere nuovamente, ma sul quale al momento non si registrano né schiarite né ipotesi alternative. Un fitto banco di nebbia che impedisce di guardare al futuro, probabilmente lo stesso (vista la vicinanza fisica) che di tanto in tanto blocca integralmente l’aeroporto di Peretola con tutte le conseguenze del caso.