BANCO DI PROVA
Fra campo e mercato, la gara di stasera contro il Chievo ha comunque una valenza particolare. Innanzi tutto, perché è una sfida da dentro o fuori: e la Fiorentina non può - né vuole - snobbare uno dei suoi tre obiettivi stagionali. Per alcuni - la coppa Italia - quello che fra tutti può regalare maggiori soddisfazioni.
La gara di stasera sarà inoltre un banco di prova per diverse, cosiddette, seconde linee. Perché da qui a 48 ore la Fiorentina farà le sue valutazioni di mercato e poi si muoverà di conseguenza: stasera il Chievo, venerdì gli esami di Pepito Rossi che proveranno a stabilire i tempi di recupero del n.49 viola.
Anche se di esperimenti ce ne saranno pochi, la gara con i gialloblù servirà per testare la tenuta del gruppo viola impegnato ogni tre giorni. Perché Montella era stato chiaro, ancor prima dell'infortunio di Pepito: per lottare su tre fronti servono innesti di giocatori importanti, e pronti. Stasera - ad esempio - potrebbe essere la partita di due giovani che, forse, pronti ancora non lo sono del tutto. Non per colpa loro, piuttosto a causa della carta d'identità. Ryder Matos, classe 1993, tornerà a guidare l'attacco viola dopo la buona esperienza in Europa League: finora il giovane brasiliano conta 6 presenze da titolare, di cui ben 5 nel girone di Europa League e 1 in campionato (a S.Siro, nel trionfo contro il Milan). I tre gol e l'ottima impressione che ha destato Matos fin qui sono sicuramente un ottimo score, ma di sicuro la Fiorentina non può riporre su di lui tutte le speranze (e le responsabilità) del post-Rossi.
Stasera potrà poi essere un altro banco di prova per Rafal Wolski. "Il giocatore che negli ultimi 12 mesi è cresciuto di più", disse Montella alla vigilia della sosta natalizia. Ma anche Wolski, classe 1992, è giovane e fisicamente ancora acerbo. Dopo l'ottima prova di Bergamo (Atalanta-Fiorentina 0-2), la bocciatura arrivò con la sostituzione all'intervallo di Fiorentina-Parma. Poi tre mesi lontano dal campo e il ritorno nei minuti finali di Sassuolo-Fiorentina. "Se non gioco preferisco andarmene" si sfogò Wolski ai media polacchi. Stasera, forse, lo rivedremo in campo dal primo minuto.
E gli altri? Vecino, Bakic (oggi influenzato), Iakovenko, Rebic. Tutte "seconde linee" che probabilmente non sono all'altezza del triplo impegno di una Fiorentina che vuole essere competitiva su tutti i fronti. Rebic è un classe 1993, ha la grinta e le potenzialità di un buon calciatore. Deve crescere, ma intanto anche a lui Montella si dovrà affidare in attesa dei primi colpi di un mercato pronto a decollare.