BASTA ALIBI, È IL MOMENTO DI (RE)AGIRE. O CAMBIARE
Chissà cosa avrà pensato Vincenzo Italiano guardando il gol di Vlahovic su assist di Chiesa ieri sera, anche se ormai è inutile piangere sul latte versato. Ma quel gol, in questo momento, è un po' come il classico dito nella piaga. La sensazione nel post gara di San Siro è stata che il tecnico viola si sia stufato di non vedere concretizzato il lavoro che, in termini di gioco, la Fiorentina fa e ricorda sfoghi della stagione precedente quando a tratti pareva rassegnato dei non gol delle (allora) punte. Un dejà vu preoccupante, con la squadra di Italiano che riuscì in quel caso a risollevarsi ed uscire dalle difficoltà.
Le parole di Italiano sabato sera però sono apparse dure come con mai, visto che finora verso gli attaccanti il tecnico aveva usato bastone ma soprattutto carota. Ora però è il momento del bastone. E a chi gli chiede se pesano su di loro critiche e pressioni Italiano risponde di non volere alibi: "Allora non bisogna più farli giocare se ragioniamo così. Se ci sono problemi di testa dove non riesci a reagire allora diventa un qualcosa di irreparabile. Bisogna farci qualche domanda a livello individuale. Uscire dopo una partita del genere senza gol, se fosse capitato a me quando giocavo, oltre ad essere arrabbiato forse c’era anche dell’altro" ha spiegato Italiano.
Basta dunque dire che Nzola soffre il salto di qualità dallo Spezia alla Fiorentina, basta dire che Beltran viene dall'Argentina ed ha bisogno di tempo, basta dire che il gioco di Italiano non valorizza le punte, anche perché il discorso in questo caso si allarga agli esterni (chi gioca gioca, ogni volta una delusione) e non solo: chi va in campo deve dare di più in termini di "ferocia", fame di gol e qualità delle giocate. E' su questo che gli attaccanti (centravanti ed esterni) devono "battere e lavorare" per usare le parole del tecnico ("conosco solo questa via"), anche con momenti individuali di allenamento extra con lo staff: se Bati è un esempio lo sia anche in questo. Anche se con una partita ogni tre giorni è difficile incastrare anche delle sedute extra ad hoc. Ma qualcosa il tecnico dovrà inventarsi anche in allenamento per sbloccare le sue bocche di fuoco altrimenti bisognerà arrendersi all'idea che i giocatori viola non hanno quella qualità e funzionalità che la dirigenza e lo staff pensavano avessero al momento in cui è stata allestita la squadra. E agire di conseguenza. Errare è umano, perseverare diabolico.