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BASTONE E CAROTA

di Marco Conterio

Due modi diversi di porsi. Il duro ed il buono, carezze e schiaffi. Due facce della medaglia. Alt, però. Niente paragoni col passato, nè passi indietro di prandelliana memoria. Parliamo del Mihajlovic nuova versione, quello che ha intenzione di trattar con la carota il gruppo viola, dopo che il bastone ha sortito effetti tutt'altro che desiderati.

Segnale negativo, comunque. Perché se il figlio piange, se si chiude in sè stesso, se svicola dinanzi alle asperità, il futuro non promette niente di speciale e mirabolante. Meglio tenere sù il mento, meglio guardare oltre e reagire. Certo, questione di carattere. Però è anche e soprattutto quello che conta, nel calcio ad alti livelli. Quello in cui la Fiorentina c'era e quello in cui i viola dovrebbero tornare, per appagare la sete di coppe che contano e di piani alti di una città oggi delusa.

Mihajlovic, intanto, ha scelto la via più semplice. Quella delle carezze, della carota. Basta coi calci nel sedere, basta coi toni alti, basta con le urla e con le grida. Stimolare, magari con una pacca sulla spalla, il viola di turno: questa la nuova ricetta del tecnico serbo. Al campo l'ardua sentenza. Due modi di porsi, profondamente diversi. Anche la Fiorentina, quella che gioca, dovrà scegliere quello diverso, sul campo. Quello vincente.