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BENASSI ACCIACCATO MA NON A TERRA. PIOLI RINGRAZIA MANCINI

di Dimitri Conti

Per i due viola chiamati dal ct Roberto Mancini, Biraghi e Chiesa, ce n'è però un altro ignorato anche a questo appuntamento dal selezionatore azzurro, ed è Marco Benassi. Colpisce la mancata convocazione, specie in un nuovo corso Italia fondato apertamente e dichiaratamente sulla novità, sulla carta d'identità non troppo usurata e sulla voglia di costruire un gioco propositivo, non più basato solamente sull'identità classica dello Stivale della ripartenza in transizione veloce. Un insieme di cose entro cui rientra a pieno titolo il classe '94, ad oggi non solo miglior marcatore della Fiorentina, ma con 5 gol all'attivo in Serie A anche il centrocampista più prolifico del massimo campionato italiano.

Gli indizi potrebbero facilmente portare a pensare ad una delusione che matura nel calciatore, ma chi lo conosce bene racconta a FirenzeViola.it che in realtà Benassi non abbia preso poi così male quella maglia azzurra sembrata ancora una volta così vicina, ed invece ancora da rimandare. In primis c'è soprattutto la questione di una caviglia ancora da sistemare del tutto, visto il problema al tallone rimediato poco tempo fa dal centrocampista ex granata. Pensare che nonostante ciò abbia giocato e trovato la rete nella scorsa partita pareggiata allo Stirpe, può senz'altro lasciare soddisfatti i tifosi viola perlomeno sul suo rendimento individuale. Sono cinque gol messi in cascina in 764', uno ogni 153': numeri da attaccante di categoria. Per adesso il ragazzo vive dichiaratamente serena l'assenza su quel grande palcoscenico, sia perché caratterialmente è una persona mite, seppur determinata, sia perché sa che continuando su certi livelli per Mancini la scelta diventerà inevitabile.

Paradossalmente, poi, il primo ad accogliere bene la permanenza di Benassi al CS Astori è stato Pioli, il quale avrà così modo di poter lavorare a pieno regime su una linea mediana ancora tutta da sistemare, visto che anche Veretout non è rientrato tra i convocati di Deschamps, e che in gruppo ci sono tutti gli altri ad eccezione di Edimilson. I principali difetti della sua squadra ricadono infatti su quella zona del campo, perciò il tecnico gigliato, che comincia a sentire i primi mormorii della piazza sul suo operato, intende sfruttare a pieno la lunga sosta per lavorare sulle specifiche caratteristiche di ognuno e dare la tanto agognata svolta in quel di Bologna. Per ora si è limitato a ringraziare Mancini.