.

BERNA, Umiltà e stimmate del predestinato

di Giulio Incagli

Le stigmate del predestinato, portate con coraggio ed estrema umiltà. Un campionato di Serie B da protagonista, la fiducia di Montella conquistata con sudore e tenacia, il tutto condito dal primo gol in maglia viola (contro i francesi del Guingamp in Europa League) e da un inizio di stagione assolutamente convincente. Paragoni quasi blasfemi hanno accompagnato l’esordio nel “calcio dei grandi” di Federico Bernardeschi. Dopo anni di delusioni e scarsi successi, la cantera viola ha iniziato a dare i suoi primi frutti. La B2, formata in coppia con l’altra pianticella gigliata El Khouma Babacar, ha permesso di sopperire alle simultanee assenze di Giuseppe Rossi e Mario Gomez, riuscendo a non deludere le attese.

Testa sulle spalle e tanta, tantissima qualità, ancora in gran parte da scoprire, modellare e valorizzare. Soltanto un infortunio avrebbe potuto tarpare le ali al ragazzo partito da Carrara e cresciuto e cullato all’ombra del Piazzale Michelangelo. E infatti… Come ogni attaccante viola che si rispetti, lo stop è arrivato. Puntuale, nel momento forse più importante della sua carriera. Rottura del malleolo e diagnosi eloquente.

Un incidente di percorso. Una prova in più nel lungo processo di crescita che lo ha portato a diventare uno dei prospetti più interessanti del panorama italiano e un punto cardine del Under 21. Il futuro è tutto di Federico Bernardeschi...