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BIG SNATURATI E IDEE CONFUSE: COSÌ VINCE SOLO LA NOIA

di Pietro Lazzerini

Lo scialbo 0-0 di Empoli conferma che purtroppo la Fiorentina non ha ancora trovato se stessa. Il cambio di modulo ha sortito il solo effetto di aver lasciato la porta inviolata, ma contro una squadra che in casa, in questa stagione, non ha comunque mai segnato neanche una rete. L'altra faccia della medaglia, ben più scura, riguarda la pericolosità degli uomini di Palladino, pressoché nulla se non in rarissime occasioni create dai singoli. 

Polveri bagnate - Il 4-2-3-1 schierato da Palladino ha oscurato le qualità dei giocatori che invece potrebbero accendere la squadra. Gosens terzino non ha mai spinto, tenendo diligentemente la posizione per permettere a Dodo di spingere dall'altra parte. Gudmundsson, con due giocatori ai fianchi, non ha potuto far altro che arretrare il proprio raggio d'azione per toccare qualche pallone in più nel traffico, risultando praticamente inoffensivo. Infine Kean, comunque tra i migliori, ha ricevuto pochissimi palloni giocabili, dovendo crearsi da solo le occasioni da gol e passando la partita a fare a sportellate con i difensori empolesi, comunque attentissimi e ben messi in campo. 

Ha vinto la noia - Quando hai giocatori che alzano il livello del resto della rosa, ingabbiarli per esaltare l'equilibrio, soprattutto contro una squadra che ha meno qualità, può rivelarsi un errore che, come successo al Castellani, porta la noia a trasformarsi nella vera protagonista del match. La mano dell'allenatore ancora non si vede, anzi in questo caso si è praticamente annullata per rispondere a chi, forse anche dalla società, gli chiedeva di cambiare dopo la vittoria contro la Lazio. L'Empoli, pur non facendo niente, ha giocato alla pari contro la Fiorentina e questa non può che essere una pessima notizia dalle parti del Viola Park.

Lo spettro del passato - L'occasione di cambiare l'inerzia di questo difficile inizio di stagione era ghiotta, ma nessuna delle scelte in controtendenza effettuate dal tecnico, hanno dato i frutti che tutti si aspettavano. Con buona pace anche di coloro che pensavano che il male di questa squadra fosse Biraghi o la difesa a tre. Certo, la difesa ha patito molto meno, ma come detto, davanti non c'erano certo Haaland o Mbappé e davanti a questo dato di fatto, non si può far finta di niente. Sembra tornata la Fiorentina di Iachini, senza gioco e con poche idee confuse. Palladino deve trovare il modo di accendere i giocatori che possono fare la differenza, oltre che trovare la chiave di un centrocampo che non riesce a produrre gioco. 

Conta solo vincere - La settimana che si apre oggi prevede anche la sfida di Conference, che permetterà a tanti panchinari di trovare spazio, senza dimenticarsi che il risultato conta in Europa come in campionato e che passi falsi in casa e contro una squadra di livello nettamente inferiore, non possono essere tollerati. Poi ci sarà il Milan, avversario in netta ripresa e dalle ambizioni decisamente più alte rispetto a quelle dell'Empoli e ovviamente anche della Fiorentina. Due partite da vincere per evitare una sosta di rimpianti, polemiche e isterismi collettivi. Non un compito facile, ma certamente necessario. Anche perché il tempo degli esperimenti e del rodaggio, è ampiamente terminato.