.

BIRAGHI E PARISI, UN MESE E MEZZO PER VALUTARE IL FUTURO

di Giacomo A. Galassi

Tempo di sosta per le Nazionali e dunque tempo di riflessioni per i club e soprattutto per i giocatori che a maggior ragione a un mese e mezzo dall'apertura del calciomercato invernale riflettono su questo inizio di stagione e sullo spazio trovato fin qui. In casa viola sono soprattutto due esterni sinistri a fare questo tipo di riflessioni già anticipate dal loro agente Mario Giuffredi un paio di giorni fa: Fabiano Parisi e Cristiano Biraghi, ognuno per motivi diversi.

La situazione Parisi
Il classe 2000 ex Empoli si è trovato con ancora meno spazio rispetto alla scorsa stagione un po' a sorpresa visto che a luglio sembrava potesse essere lui a ereditare la fascia sinistra da Biraghi. Ma le prime settimane con il nuovo tecnico Palladino e soprattutto l'occasione di mercato che ha portato a Robin Gosens gli hanno chiuso ulteriormente lo spazio. In Conference è stato schierato anche ala sinistra con scarsi risultati e anche se il tecnico viola qualche minuto glielo sta riservando, siamo a 456 minuti in campo di cui solo 33 in Serie A dopo le prime due giornate. Decisamente troppo poco per chi sperava di trovare nella Fiorentina il trampolino di lancio per il grande calcio, per lui dunque è difficile pensare che a gennaio non possa essere trovata una soluzione in prestito, per provarlo in una squadra di media-bassa classifica e rimandare ulteriori valutazioni alla prossima estate.

La situazione Biraghi
Ben diversa è la situazione di Cristiano Biraghi, capitano ormai in pectore della Fiorentina. Dopo l'arrivo di Gosens a Firenze anche per lui lo spazio si è ristretto in maniera importante e i minuti in campo giocati in stagione sono 781 ma solo 25 in campionato dopo l'ormai famoso primo tempo contro la Lazio. Situazione decisamente più difficile da sbrogliare in vista di gennaio perché lo stipendio non è semplice da affrontare per squadre di media bassa classifica e anche il calciatore, molto legato a Firenze, non vede il suo futuro altrove dalle rive dell'Arno. Però tra un mese e mezzo, se le cose dovessero continuare ad andare così e soprattutto se non dovesse vedere prospettive, potrebbe fare riflessioni diverse.