BRUSCO STOP
Non è tanto la sconfitta a pesare sul rallentamento viola a Venezia (vera e propria bestia nera dei viola in serie A) quanto l’atteggiamento venuto meno. Di certo un aspetto inedito fino a oggi e purtroppo simile a quello delle ultime stagioni. Nei novanta minuti giocati ieri sera è difficile ritrovare la Fiorentina arrembante dei primi tempi contro le big, e nemmeno quella più pratica che in condizioni di difficoltà aveva comunque portato a casa il massimo risultato in trasferte complicate come Genova, Bergamo o Udine.
Invece alla seconda ripresa del campionato dopo la sosta il gruppo viola non mantiene le promesse, parte con la solita voglia di organizzare il gioco ma senza trovare mai i giusti giri del motore. La Fiorentina s’ingolfa senza trovare varchi o assistere al meglio Vlahovic (1 gol su azione in 8 partite) e al Venezia basta un’altra disattenzione sul filo del fuorigioco per mandare Aramu in gol.
Se una nota negativa si era più o meno ripetuta nel positivo avvio di stagione era stata quella di una reazione spesso troppo morbida ai gol incassati, e in effetti ancora a Venezia la Fiorentina è parsa quasi subito all’angolo una volta incassato il vantaggio avversario. Capace di mettere in difficoltà la difesa veneta solo nell’ultimo quarto d’ora. Quasi che solo in inferiorità numerica i viola in campo fossero riusciti a scuotersi.
Di certo tra le pieghe di una sconfitta che pesa in termini di classifica e ambizioni restano anche le pecche già evidenziate di una rosa da ritoccare, oltre qualche scelta iniziale che non ha pagato. Un gruppo dove sugli esterni alla lunga Callejon è tornato a fornire prove deficitarie e Sottil a mostrare un percorso di crescita ancora lungo. In più l’aggiunta della querelle Vlahovic non ha fatto bene (lo confermano gli screzi a fine gara al momento dei saluti) seppure proprio il tiro del serbo in pieno recupero abbia mancato di poco il bersaglio. Fosse entrato quel pallone sarebbe stata tutt’altra settimana quella che porterà i viola a ricevere il Cagliari.