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BYE BYE PARMA

di Marco Sarti

Il generale inverno torna a farsi sentire. Dopo la neve di Bologna, con la squadra viola già nel capoluogo romagnolo e costretta a tornare indietro in fretta e furia sull'A1 per non trovare tutto bloccato, ecco che anche la gara di Parma viene rinviata. Una decisione dovuta, quella della prefettura emiliana. Troppo pericoloso l'accesso allo stadio per i tifosi, troppe le incognite legate al maltempo che si sta abbattendo e potrebbe abbattersi in queste ore che ci avrebbero separato dalla partita. Tutto rinviato a data da destinarsi quindi. Adesso però il calendario diventa un rebus quasi inesplicabile: il 21 il recupero col Bologna e poi? Quando recuperare la gara contro Giovinco e compagni? Tra Champions, turni infrasettimanali e Nazionali sembra a questo punto difficilissimo se non impossibile fare una prima stima delle date possibili. 

Il problema che ne viene fuori, dunque, è sempre lo stesso. Un calcio miliardario che si regge su impianti obsoleti. Grandi giocatori (o presunti tali) che esprimono i loro talenti su campi vecchi, trasandati, non funzionali. I pensieri vanno subito alla Germania, all'Inghilterra, alla Francia, dove una nevicata, seppur copiosa, non compromette lo spettacolo del calcio. In Italia, invece, siamo rimasti indietro anni luce e la neve di queste settimane è stata la classica campanella del risveglio. Mancano gli stadi e le infrastrutture che permettano ai tifosi di usufruire in sicurezza dello spettacolo offerto. Manca la base, le fondamenta stesse di un gioco spettacolare. E in un calcio che fattura comunque miliardi è una pecca imperdonabile.