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C'È CHI DICE STOP

di Tommaso Loreto

Mentre le società di calcio gestiscono la lenta uscita dalle varie quarantene, per i viola si è chiusa ieri, c'è chi ha già preso la sua decisione. E se il rugby era già finito sulle prime pagine come esempio virtuoso di un senso sportivo difficile da scovare altrove, a cominciare dal terzo tempo il cui inserimento nel calcio si rivelò un fallimento, oggi è nuovamente il primo movimento sportivo a rompere gli indugi di fronte all'emergenza del momento.

Nel giro di poco la Federazione ha deciso di annullare il campionato e non assegnare lo scudetto, riferendosi ai tempi passati di guerra e proiettandosi già verso la prossima stagione. Prendendo semplicemente atto dell'emergenza che ha stravolto la vita di tutti, Olimpiadi incluse. Una posizione ferma, che certamente stride con l'incertezza che regna proprio in quel movimento il più delle volte invitato a seguire la strada del rugby.

In realtà pur con tutte le resistenze del caso è in crescita la fetta di società non così convinte dal dover riprendere per forza il campionato. Almeno non quanto il presidente della FIGC Gravina che da tempo ripete il mantra della stagione “da concludere” e previsioni a parte, sembra che ancora una volta sia stato il rugby a tracciare per primo una strada più percorribile di altre. Anche perchè forse più vicina al semplice buon senso.