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C'ERA UNA VOLTA IL CALCIO

di Paolo Bocchi

Povero calcio italiano. Dopo che le richieste dei pm del processo su calciopoli avevano riaperto ferite che sembravano rimarginate, la bufera sul nuovo calcio scommesse rischia di travolgere e sconvolgere nuovamente l'intero mondo che ruota attorno al pallone italico. In tempi come questi, con la passione dei tifosi ai minimi storici grazie a spettacoli tecnicamente sempre più mediocri, tessere del tifoso e partite ad orari sempre più scomodi, questo nuovo scandalo impone una riflessione.

Quello che un tempo era il gioco più bello del mondo adesso è solo una parodia di se stesso. E' diventato sempre meno sport e sempre più business. E poco importa se in Italia lo scudetto è roba per due o tre squadre; poco importa se gli stadi sono vecchi e scomodi, tanto c'è la tv; poco importa se la moviola è presente in tutti gli sport tranne che nel calcio, e poi la Fiorentina esce dalla Champions per un gol in fuorigioco di due metri.

Prima che il sistema collassi sarà necessario intervenire con misure radicali. Riportare la gente allo stadio costruendo impianti moderni e funzionali, introdurre tecnologie che permettano di fugare i sospetti di illeciti e, soprattutto, cercare di diminuire l'enorme giro di affari che ormai da troppo tempo attanaglia l'intero sistema calcio. Perchè si sa che dove girano tanti soldi salta sempre fuori qualche furbo che cerca di approfittarne. E intanto crescono i debiti e molte società falliscono.

C'era una volta il calcio fatto di passione, di scudetti a Fiorentina, Verona o Sampdoria, di bandiere e tamburi nel rituale appuntamento della domenica pomeriggio. Qualcuno è in grado di ridarcelo?