CABRAL E LE SCARPE "GIUSTE": QUANDO LA SVOLTA NON È (SOLTANTO) NEI NUMERI
In quest'ultimo periodo di forte esaltazione da parte della Fiorentina, la vera buona notizia per Vincenzo Italiano è la consapevolezza di aver finalmente trovato un centravanti. Arthur Cabral sembra, infatti, lontano parente di quel calciatore un po' impacciato, un po' avulso dal gioco, visto più meno nell'arco di tutto il suo primo anno a Firenze. "Finalmente ha messo le scarpe giuste, speriamo non si consumino" le parole dell'allenatore gigliato sul classe '98, ieri, dopo il trionfo sulla Cremonese.
La grande svolta paradossalmente non è nei numeri, pur galvanizzanti che siano, bensì nei movimenti, nella postura, nel posizionamento in campo dell'ex Basilea. A cambiare non è stata tanto la predisposizione comportamentale di Cabral, sempre impeccabile e propositiva, quanto il suo atteggiamento tattico: nella protezione del pallone, nelle sponde, nella conquista dei falli (per quanto le dinamiche di gioco del tecnico viola non sempre facilitino il compito agli attaccanti).
Se poi vogliamo, sì, ci sono anche i numeri: 6 gol nelle ultime 7 partite, in occasione delle quali per assurdo è figurato titolare appena 3 volte. La sensazione in ogni caso è di avere adesso per le mani quella punta tanto magnificata (anche da diversi addetti ai lavori) nel gennaio del 2022, quando servì raccogliere un'eredità particolarmente pesante e ingombrante, quella di Dusan Vlahovic, già arrivato a quota 24 reti in quel momento. Se il tempo è galantuomo, è il momento di sfruttarne le cortesie.