CACCIA AL TRIS
A Dnipropetrovsk, sotto la neve e su un terreno infame, la Fiorentina portò a casa una vittoria europea di quelle da ricordare. Ambrosini aveva preso per mano la squadra, e l'aveva condotta in porto in una serata per niente semplice. Anche per il valore dell'avversario. Qualche mese più tardi, a Firenze, non siamo ancora del tutto sotto lo zero, e soprattutto non nevica. Eppure il termometro dell'entusiasmo intorno alla squadra è sceso lo stesso.
Le sconfitte, d'altronde, lasciano di per sè qualche strasico, e inevitabile nel dopo Roma è suonata anche qualche campana delusa. Una difesa in difficoltà, un centrocampo non più irresistibile e un attacco nel quale Rossi è sempre più solo. Nel mezzo anche i cambi di Montella, che quasi mai sceglie la via dell'inserimento di una punta aggiuntiva a "Pepito". Matos a parte, in sintesi, per il momento non sembrano esserci rincalzi.
E se su Gomez andare oltre il "giorno dopo giorno" rischia soltanto di diventare schizofrenico (ma mai come oggi la sua assenza si fa pesare, così come l'incertezza che prosegue incontrastata), tanto vale augurarsi che, stavolta a Firenze e non in Ucraina, il Dnipro porti di nuovo qualcosa di buono in dote. Magari una prova più incoraggiante di quelle seconde linee che oggi non appaiono quasi mai, o un riscatto di qualcuno ultimamente in calo (Aquilani e Pizarro per fare un esempio).
Di certo ancora niente è perso, e tra le pieghe della gara di Roma, restano le occasioni e l'atteggiamento per alcuni momenti della partita. Che qualcosa potesse non andare benissimo (leggi alla voce infortunio Gomez) fa purtroppo parte del gioco, ma il tempo per lasciarsi alle spalle qualche passo falso c'è tutto. Per i viola ci sono tre tappe prima della fine dell'anno, tutte alla portata. Dnipro, Bologna e Sassuolo sarebbero un ottimo rinvigorente per attendere tempi migliori, e rientri importanti a gennaio come nel caso di Gomez.