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CADERE O RISORGERE

di Matteo Sestini

Se le mura dello spogliatoio viola potessero parlare, probabilmente racconterebbero di un clima non esattamente tranquillo. Nessuna divisione, nessun attrito interno sia chiaro. La sensazione che serpeggia tra le panche, i borsoni e gli scarpini è quella di non essere esattamente al top della forma. Lo dicono i fatti ed i giocatori se ne rendono conto. Sanno che la partita di domenica contro l'Empoli sarà molto complicata. Davanti si troveranno una squadra sostanzialmente già salva, senza nulla da perdere. Fortemente motivata alla vittoria dal campanilismo esasperato della propria tifoseria, la quale vive letteralmente per vincere questa partita. Tuttavia, ciò che deve emergere in questo momento è la consapevolezza di essere più forti. Non tanto dell'Empoli di Giampaolo, quanto della difficoltà del momento. Mettersi alle spalle i problemi e una condizione fisica deficitaria per gettare il cuore oltre il proverbiale ostacolo. Serve un moto d'orgoglio e anche di responsabilità.

Questo perché al momento in casa Fiorentina sono in corso valutazioni. Tutti sono sotto esame. Sette prove d'appello nelle quali gli altissimi vertici societari soppeseranno accuratamente l'operato di ogni singola componente e decideranno quale sarà il futuro della Fiorentina. Non ci sono altre vie per questo gruppo, che dopo essere stato bollato come finito dal suo ex allenatore Vincenzo Montella ha già dimostrato nella prima parte di questa stagione di avere ancora molto da dire. Adesso la storia si ripete e servirà ancora una volta dimostrare che il ciclo non è concluso, anzi. Il moto d'orgoglio, la spinta emozionale e la forza psicologica per sostenere le gambe pesanti possono arrivare solo da allenatore e senatori. Contro un Empoli pronto a dare feroce battaglia tutti dovranno dare più di quello che hanno, perché senza uno scatto motivazionale di questo tipo il rischio di un finale di campionato anonimo è dietro l'angolo. Se alla fine quarto posto dovrà essere, che sia per merito di una Fiorentina tornata al suo antico splendore e non per una Inter claudicante.