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CAGLIARI, Tutto sulla rivelazione del campionato

di Marco Conterio

Pronti via, cinque sconfitte su cinque. Benvenuto Massimiliano Allegri, questa è la Serie A. E poi il miracolo. Massimo Cellino, mangiallenatori d'annata, conferma l'ex tecnico del Sassuolo. E da lì, la scalata. Quella che, dalle impervie vie di una salvezza irraggiungibile, permette ai sardi di arrampicarsi fino alle vette della propria classifica. Settimo posto, in co-abitazione con il Palermo, meno quattro dalla Roma a otto giornate dalla fine. Salute.

LA DIFESA - Un'undici dei miracoli, già salvo, ma con gli occhi che sognano una Uefa che probabilmente non verrà raggiunta ma che spera di non essere un semplice fuoco di paglia ma il primo tassello di un nuovo Piccolo Grande Cagliari. Tra i pali c'è Federico Marchetti, da Bassano del Grappa con furore. Classe '83, è uno di quelli a cui sono stati preferiti, negli anni, i vari Kalac, Dida, Arthur, Eleftheropoulos e compagnia 'paperante'. Su di lui gli occhi delle big e di Lippi: dopo Buffon, e forse Amelia, è quanto di meglio offra l'Italia coi guantoni. In difesa Francesco Pisano, cagliaritano nel sangue e nelle scarpe da calcio e Alessandro Agostini, flebile ricordo della Fiorentina che fu, agiscono sugli out esterni. Al centro, Michele Canini, ex obiettivo di mercato viola, ex Under-21 ma sempre difensore di qualità, soprattutto dopo aver recuperato dagli infortuni alle ginocchia e Diego Lopez, trentacinque primavere e non sentirle, a Cagliari dal '98 e la fascia di capitano sempre ben salda al braccio.

IL CENTROCAMPO - In cabina di regia, spazio a Daniele Conti. Uno da grande squadra, per capacità tecnico-tattiche e temperamento. La Roma, alla fine degli anni '90, smette di credere in lui. A Cagliari trova una nuova vita, calcistica e non, c'è da credergli quando dice che chiuderà qua la carriera. A fare legna ci pensa invece Davide Biondini, classe '83, in Sardegna da due stagioni e tante bastonate alle caviglie degli avversari. Con lui Michele Fini, classe '74, un altro della lunga schiera di coloro che avrebbero meritato di più dalla loro onesta carriera di calciatori: grandi doti tecniche, da trequartista si è riciclato interno di centrocampo a fine carriera, risultando comunque il miglior assist-man dell'intera Serie A (9 passaggi vincenti) nel girone d'andata.

IL TREQUARTISTA - Sulla trequarti Andrea Cossu. Storia travagliata la sua, divisa tra Olbia prima, Verona, Lumezzane, Verona e ancora Lumezzane poi, con sei mesi di tappa a Porto Torres. Poi nel 2005 il primo approdo al Cagliari dove, dopo due stagioni ancora in maglia scaligera, torna nel 2008. E lì, raggiunti i ventotto anni, conquista a suon di giocate ed invenzioni, una maglia da titolare. Un furetto da tenere d'occhio, perché agisce tra le linee ma sa aiutare bene anche in fase difensiva.

L'ATTACCO - Davanti, un altro rinato in Sardegna, Jeda. Brasiliano dal piede caliente e dalla testa a volte ballerina, approda a Cagliari dopo un lungo globetrottering nelle ultime cinque stagioni. Dribbling ubriacante, velocità nello stretto, in questa stagione ha già messo a segno dieci reti, tanto per gradire. E poi Robert Acquafresca, l'italo-polacco, prodotto del vivaio dell'Inter che lo pagherà a peso d'oro per riportarlo all'ombra della Madonnina. E', probabilmente, uno dei pilastri della Nazionale che verrà. Non per altro, la Fiorentina ci sta facendo un pensierino. Con lui, in ballottaggio, c'è Alessandro Matri, 32 sulle spalle e nell'anima, visto che ricorda molto il primo Vieri.

IL TECNICO - E, dulcis in fundo, Massimiliano Allegri. Lui, quarantadue anni, una vita a macinare chilometri nei centrocampi di mezza Italia, inizia la carriera da tecnico nel '03 ad Agliana, per spostarsi poi a Ferrara, Grosseto, Sassuolo e, infine Cagliari. Tranne i fallimenti di Spal e Grosseto, tutti miracoli sorprendenti, o per gioco o per risultati ottenuti. Gli stessi che il Cagliari vuol continuare a fare in Serie A. Magari anche domani. C'è poco da stare Allegri...