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CALCIO SHOW MA VECCHI DIFETTI. IL FINALE È ANCORA THRILLER

di Andrea Giannattasio

No, forse peggio di così proprio non poteva andare. Autogol al 91’ (come nella gara di campionato a Torino, su cross del solito ex), contro la rivale di sempre ma fatto, stavolta, da uno che la Fiorentina ce l’ha sempre avuta nel cuore. E che adesso - ma la speranza è quella di essere smentiti - verrà martorizzato per la colpa di essere stato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il concentrato, verrebbe da dire, di quasi cento anni di storia viola: un enorme vorrei ma non posso, un film troppo bello per essere vero ma con un finale thriller sempre dietro l’angolo. Si può riassumere in questo modo anche l'assurda gara persa dagli uomini di Italiano al cospetto, forse, di una delle Juventus più deludenti che abbiano mai messo piede al Franchi. I numeri, in tal senso, sono impietosi: 21 tiri totali contro i 6 dei bianconeri, 6 conclusioni in porta viola contro l’unica della Vecchia Signora (l’autorete appunto). 

Per il resto è stata la solita Fiorentina: aggressiva, con la sua classica identità di bel gioco ma - come troppo spesso le è capitato - troppo poco cinica davanti alla porta e punita sul più bello, esattamente come sabato sera contro il Sassuolo. In tal senso lo sfortunato protagonista è stato ancora una volta Jonathan Ikoné, che ha regalato bei momenti di calcio (formidabile un dribbling nel primo tempo che ha messo a sedere due avversari) ma che ha avuto suoi piedi le due occasioni più ghiotte per sbloccare la partita, in particolare quella al 48’ su cui il francese poteva fare di più. È lì, probabilmente, che è girata la partita del Franchi. Poi la beffa che non ti aspetti, la più atroce. Ma che pone ancora una volta in rilevo una punto debole sul quale la Fiorentina in questa stagione è più volte incappata, ovvero i gol subiti nella parte finale di gara. Nelle ultime quattro partite (da La Spezia a ieri) sono già tre le volte in cui il gol avversario è arrivato nel quarto d’ora finale.

Da dove ripartire, dunque? Dalle certezze di un gioco che, sicuramente, continuerà a dare soddisfazioni (e che pur con qualche chance in meno non taglia ancora fuori i viola dal raggiungimento di una finale di Coppa Italia che manca dal 2014) e da uno stadio che al pari della sua squadra ha regalato uno show di tifo e contestazione civile che è stata elogiata perfino da Max Allegri nel post partita. L’amaro in bocca, certo, resta. Ma anche stavolta dovrà passare la nottata.