CALMA E GESSO
E adesso? L'indiscrezione rilanciata in mattinata da "La Nazione" esplode in un sabato mattina di vigilia. Con alle porte il Palermo dell'arrembante Zenga e i dubbi di mercato da sciogliere in tutta fretta da qui alle 19 di lunedì 31 agosto. Data che, a questo punto, assume un ulteriore valore, pesante come un macigno, nel futuro della Fiorentina. Perchè Adrian Mutu rischia di dover terminare anzi tempo il suo rapporto con il calcio. Un rapporto che, in maglia viola, è significato vittorie e due Champions League consecutive. La Fiorentina lo sa, sa quel che rischia l'uomo e il calciatore. E per questo si è stretta intorno al suo campione. Mentre sul campo la squadra di Prandelli si confronterà con Cavani e compagnia, negli uffici viola si farà di tutto per evitare quella che risuona come un'ingiustizia clamorosa e una conseguente scelta dolorosissima. Firenze non vuole perdere Mutu, e tutto il calcio non merita di perdere il suo talento. A fronte di una vendetta ormai evidentemente resa ispida da una sorta di promessa lanciata da Abramovich nei confronti di Mutu e materializzata sotto forma di un ultimatum: o paghi o ti fermi.
Nel mezzo anche le questioni di mercato. Se Mutu, davvero, dovesse essere costretto a fermarsi la Fiorentina potrebbe pensare a Pandev. Magari provando anche a inserire Kuzmanovic nella trattativa con la Lazio, ma per il serbo restano aperte le piste spagnole di Siviglia e Atletico Madrid. Con la partenza del serbo la rosa potrebbe rimanere bloccata, e sarebbe Di Tacchio il terzo centrocampista, oppure vedere un nuovo ingresso. Quell'Edinho del Lecce a lungo accostato ai viola, o eventualmente Dzemaili la cui destinazione resta a oggi ancora indecisa. Tutte questioni da sistemare e risolvere in poco meno di 72 ore. La bomba è appena esplosa, ma non è ancora il momento di farsi prendere dalla disperazione. Da qui a lunedì può ancora succedere di tutto.