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CAMPORESE, Sotto lo sguardo di Dea Eupalla

di Tommaso Loreto

Euterpe (dal greco "colei che rallegra") era la musa protrettrice della musica e della poesia lirica nella mitologia greca, tanto da essere spesso raffigurata con un flauto, spesso doppio. Figlia di Zeus e Mnemosine, Euterpe fu in realtà grande ispiratrice della penna probabilmente più incisiva dell'intera storia del giornalismo sportivo: Gianni Brera. Il "Giuan ", del resto, sfruttò proprio l'assonanza della musa in questione per dare vita a quella Dea Eupalla entrata poi nel comune gergo calcistico sportivo.

Dea Eupalla, dicevamo. Colei che "presiede alle vicende del calcio ma soprattutto, del bel gioco (dal greco Eu 'bene'). Divinità benevola che assiste pazientemente alle goffe scarponerie dei bipedi". Di lì a qualche decennio, poi, persino uno scrittore del calibro di Stefano Benni tornò sul neologismo coniandone il termine antitetico di Dispalla. E dev'essere stata probabilmente quest'ultima figura, quella che si è manifestata ieri sera sulla testa dello sventurato Camporese.

Prima una dannata deviazione sul tiro cross di Eto'o, poi ancora il camerunense a puntarlo e saltarlo come se niente fosse. Certo, lasciare il tempo dell'iniziativa ad Eto'o è errore senza sconti, ma può anche capitare. Soprattutto se stai disputando, alla grande, la prima vera stagione da titolare in Serie A. Non si demoralizzi, dunque, il buon Camporese. Nel giro di tre giorni ha già sperimentato l'escursione termica di cui è capace la Dea Eupalla. Un giorno il paradiso, e il primo gol nella massima serie, e 72 ore dopo l'inferno, e il primo autogol. Il calcio è anche questo, e presto anche per Camporese torneranno le simpatie della musa pallonara.