CAPITANO, NON CAPO: COMMISSO RIBALTA L'UNIVERSO VIOLA
Sono ore quantomeno elettrizzanti, in casa Fiorentina. Dopo il secondo rigore concesso alla Juventus nel 3-0 sui viola, classico esempio di goccia che ha fatto traboccare il vaso, Rocco Commisso ieri è esploso nel post-partita, accusando gli arbitri di condizionare troppo l'andamento delle partite in Serie A. Una dichiarazione a caldo che ha trovato però numerosi capitoli successivi - sempre scritti dal miliardario italo-americano - attraverso numerosi mezzi di comunicazione. Inevitabile una risposta da parte dell'AIA, e questa è arrivata ieri per bocca del massimo esponente.
Poche parole, a ripetere quasi scimmiottando ciò che ha detto Commisso: "Dico solo che gli arbitri italiani sono, utilizzando un termine di chi lo ha usato, disgustati da questo comportamento". Un'uscita che non ci si attenderebbe da una carica istituzionale in teoria volta a dover fornire il buon esempio anche quando soggetta a critiche. Ad evidenziare la battuta infelice, poco dopo, di nuovo lo stesso Commisso: "Non so come si fanno le cose qui in Italia. Se è una minaccia, serve una risposta riservata e formale. L'organizzazione degli arbitri è come quella dei giudici. Sa quante critiche prendono i giudici negli USA e stanno zitti? Lo facciano anche loro", la replica radiofonica del presidente viola.
Il quale, sempre nella suddetta intervista, ha spiegato anche le motivazioni del silenzio interrotto in favor di lamentela: "I ragazzi nello spogliatoio erano morti. Perché succede questo? Ho parlato con Dragowski che tirava calci a non finire, ho sentito che dovevo fare qualcosa io per loro. Ho parlato, come un capitano. Così mi sento". Frasi tutt'altro che banali, e distanti anni luce dal prototipo di conduzione societaria vissuto sulla pelle dei fiorentini nel corso dei gli ultimi due decenni, anno più anno meno. L'universo della Fiorentina è stato ufficialmente ribaltato, per opera di un presidente che si sente capitano, e non capo. Una differenza di poche lettere, nelle quali c'è però un abisso.