CAPITANO PER SEMPRE
L'arbitro Fabrizio Pasqua, della sezione di Tivoli, qualche istante prima dell'infinito minuto di silenzio in mezzo al campo ha battuto la mano sul petto di ogni giocatore viola. Non era più una stretta di mano. Aveva pienamente compreso il coraggio che sarebbe servito agli uomini di Pioli per affrontare i novanta minuti. Non c'è perciò da stupirsi se al triplice fischio sia stato il primo ad abbracciare uno stravolto Badelj nell'ennesima istantanea di un calcio diverso regalata dagli ultimi tragici giorni.
Sono all'inizio e alla fine della triste domenica appena trascorsa le immagini più emozionanti. Con il Franchi che si riempie silenziosamente, con lo stesso silenzio che rimane intatto sin dall'ingresso in campo delle squadre, con migliaia di sguardi persi nel vuoto e volti rigati dalle lacrime. Senza nessuna distinzione, con una condivisione che si ripeterà su tutti i campi, anche fuori dai confini nazionali, con decine di protagonisti ancora increduli e commossi.
Al termine di questa settimana niente è più come prima, è ovvio che sia così, eppure quel che resta insieme alla memoria di Davide Astori resta scolpito nella storia di questo club e di questa città. Ad esprimerlo alla perfezione c'ha pensato lo stesso Pioli, chiamato a un ruolo ben più complesso del semplice allenatore, mettendo tutti di fronte a un'unica strada obbligata: quella di un senso di unità per il quale lo stesso Astori si batteva.
E così come ha dimostrato affetto una città intera, hanno dimostrato tutto il loro dolore anche i Della Valle. Assenti da parecchio tempo allo stadio i due fratelli non hanno mai fatto sentire la loro mancanza, mettendosi subito a disposizione del gruppo, seguendo per filo e per segno tutti i dettagli di una settimana impossibile da dimenticare per il suo carico di dolore ed emozioni.
Il senso di unità respirato ieri allo stadio è un patrimonio sul quale l'intero universo viola deve costruire la sua ripartenza, la sua rinascita alla luce dell'eredità del suo capitano che aveva creduto in questi colori. Squadra, società, proprietà, tifosi, stampa, sta a tutte queste componenti fare in modo che il futuro senza Davide faccia meno paura. L'esempio di Astori, che quel futuro l'aveva già sposato nel momento più difficile, varrà per sempre.