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CAPOLINEA

di Andrea Giannattasio

Fine dei giochi, della corsa. La Fiorentina sbatte ancora una volta contro il muro della sua discontinuità cronica e rimedia una sonora figuraccia a domicilio contro un Milan tutt'altro che irresistibile. Merito di una rosa ridotta ai minimi termini, ok, di un tour de force che ha visto i viola scendere in campo nel mese di marzo per ben sette volte, d'accordo, ma c'è dell'altro. Un attacco che continua a fare una fatica immane a trovare la via della rete (con tante grazie a Reina per i tre punti regalati domenica scorsa e un Matri che anche questa sera ha palesato difficoltà preoccupanti), un centrocampo senza idee orfano di Aquilani e Pizarro e affidato ad un Borja Valero che comincia davvero a tirare il fiato dopo una stagione in cui non ha praticamente mai saltato una partita (squalifica-vergogna esclusa) ed una difesa che palesa ancora una volta tutti i suoi limiti e che già dopo 18' deve alzare bandiera bianca per Pasqual (problema muscolare).

Tutto questo, ovviamente, al netto degli attuali indisponiblili, la cui lista si aggiorna con inquietante puntualità turno dopo turno. La Champions, se mai ci fossero state flebili speranze, intanto scappa. Sale sulle spalle del Napoli che disintegra al Massimino il Catania e vola a +10 sui rimpianti dei viola. Per la coppa dalle grandi orecchie se ne riparla, semmai, dal prossimo anno. A questo punto l'ultimo vero obiettivo della stagione (oltre quello già fissato in calendario per il 3 maggio) sembra proprio quello del quarto posto. Una posizione che fino a domenica sera sembrava blindata ma che con il ko di ieri pare essersi nuovamente riaperta. Perché gettare tutto alle ortiche dopo una stagione di grandi sacrifici e penalizzazioni sarebbe davvero imperdonabile.