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C.DI MARTE, Una lettera aperta per raccontare

di Redazione FV

Come ha ben detto David Guetta subito dopo la fine di Pescara Fiorentina, la delusione di questa sera, per l’importanza dell’obiettivo mancato e per le modalità con cui tale delusione è arrivata, è personalmente seconda soltanto a quella dello scudetto mancato nel 1982. Sapevo che stanotte avrei fatto fatica a dormire, perciò ho deciso di andare allo stadio a ringraziare i giocatori viola di ritorno da Pescara, come ho poi saputo che tanti tifosi hanno fatto. Ma essendo uscito di casa troppo presto (verso mezzanotte e mezzo), mi sono diretto alla stazione ferroviaria del Campo di Marte da dove sapevo che verso le 1,00 sarebbe partito il treno che avrebbe riportato a Milano la squadra del Milan di ritorno da Siena.

Arrivato alla stazione sono rimasto in splendida solitudine a godermi l’aria fresca seduto su una panchina del marciapiede che sta tra il binario 2 ed il binario 3, mentre il treno era già pronto sul binario 5 in attesa del Milan. Poco dopo le 1,00, con mia grande sorpresa, ho sentito delle forti urla di protesta contro il Milan provenire da via Mannelli, dove il pullman dei rossoneri era evidentemente arrivato. Dunque non ero il solo ad aver avuto la soffiata (ho visto successivamente una cinquantina di tifosi viola ancora indiavolati per quello che era accaduto a Siena poco prima) e per non perdermi lo spettacolo (e magari partecipare anch’io con qualche italico “vaffa”…) sono risceso subito dalle scale del sottopassaggio per dirigermi verso l’uscita di via Mannelli. A quel punto, esattamente dentro il sottopassaggio che conduce ai vari binari, ho realizzato di trovarmi proprio nell’occhio del ciclone, o meglio in bocca al “nemico”.

Infatti l’entrata/uscita del sottopassaggio di via Mannelli era presidiata dalle forze dell’ordine che lasciavano entrare soltanto i giocatori e dirigenti del Milan, e tenevano fuori i tifosi urlanti. Ma io ero già dentro. Camminando verso l’uscita, ho quindi incrociato con lo sguardo uno per uno tutti gli eroi della squadra più titolata del mondo, dirigenti compresi, e mi sono reso conto che non era il caso di fare il bischero. Mentre stavo risalendo le scale per uscire in via Mannelli, alla vista di Mario Balotelli, non ho resistito e in tono polemico ho urlato “RIGORE !”. Ero circa a metà delle scale ma lì c’erano come detto solo giocatori e dirigenti del Milan (non Galliani e Braida che avevo già incrociato) perché la Polizia non faceva passare nessun’altro. Appena pronunciato la parola “rigore” sono stato aggredito da Marco Landucci, ex portiere della Fiorentina ed attuale preparatore dei portieri del Milan, che mi ha scaraventato (colpendomi e minacciandomi) contro la parete in marmo del sottopassaggio.

Landucci, che spero di rivedere presto in un’aula di tribunale, ha scatenato subito molte altre persone della comitiva milanista, tra cui alcuni giocatori che però nella concitazione del momento non ho riconosciuto, anche perché erano giovani di colore, probabilmente riserve, che hanno iniziato a colpirmi con calci e pugni. Come ho detto ero circa a mezze scale, quindi ormai prossimo all’uscita, e l’intervento di alcuni uomini, che poi ho saputo essere della questura, mi ha sottratto al linciaggio. Quando è tornata la calma sono stato naturalmente identificato dagli uomini della questura di Firenze che mi hanno rimproverato di non essere a letto a quell’ora della notte, ma mi hanno anche rassicurato che sia il sottopassaggio sia l’esterno della stazione sono monitorati da telecamere di sorveglianza e che quindi avrei potuto sporgere denuncia una volta identificati gli aggressori. Purtroppo mi sono perso anche il ritorno allo stadio della Fiorentina perché ho fatto tardi al pronto soccorso di Careggi, dove mi hanno diagnosticato un trauma contusivo ed escoriativo alla coscia destra (una pedata che mi è stata data da un giocatore del Milan che mi è sfuggito alla vista). Come temevo, stanotte non ho chiuso occhio.