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CHE CONFUSIONE... SARÀ PERCHÉ TI AMO

di Luciana Magistrato

Da gioiello prezioso a metallo pesante? Sembra la parabola di Federico Bernardeschi sempre coccolato dal tecnico portoghese nella scorsa stagione e comunque fino a ieri sera, quando invece lo ha letteralmente "asfaltato". "È arrivato per ultimo - ha detto Sousa ai microfoni di Sky - quest'anno lo vedo ancora un po' confuso. Spero che abbia sempre le idee chiare, il prima possibile, perché abbiamo bisogno di lui che ha tanto talento e che lo scorso anno si è messo a disposizione della squadra ed ha lavorato tantissimo di conseguenza lo aspettiamo e lo aiutiamo a tornare al suo livello in maniera che ci possa aiutare. Stiamo lavorando affinchè sia sempre chiaro quello che fa, dentro e fuori dal campo". Frecciate che non sono passate inosservate (al giocatore stesso) e che spiegano le panchine alle quali, dopo la partita con la Juve, è stato destinato. 

Abnegazione, lavoro, soprattutto predisposizione al ruolo ritagliato per lui dal tecnico e concentrazione solo sulla Fiorentina. Sono queste gli elementi che il portoghese sembra rinfacciargli (visto che proprio lui lo ha lanciato nel calcio che conta lo scorso anno) e chiedergli; portoghese che, come noto, non ama i giocatori egoisti e troppo rock (sarà per questo che Bernardeschi ha tagliato subito il ciuffo biondo con cui si era presentato dopo le vacanze?). Il passaggio sul "giocatore di talento che lo scorso anno si è messo a disposizione della squadra e ci ha lavorato tantissimo" è indicativo. Forse qualche spiffero di insofferenza del giocatore ad un ruolo non suo e che non fa risaltare le sue qualità può essere arrivato a Sousa che di sicuro, ormai lo conosciamo, non avrà gradito.

Quel ragazzo umile e voglioso di arrivare sacrificandosi sul campo agli occhi del tecnico forse ora è meno umile e disposto al sacrificio. Il giocatore, ormai nel giro della Nazionale e di sponsorizzazioni importanti, evidentemente sempre secondo quegli occhi che lo hanno tanto amato dà troppe cose per scontate e pensa più alla sua carriera e agli impegni personali. Era autorizzato anche da Sousa per carità, ma chissà se il tecnico ha gradito davvero che Bernardeschi martedì dopo l'allenamento sia andato a Milano per un impegno con lo sponsor. E guarda caso proprio in quella occasione il giocatore ha parlato del suo ruolo che "è quello di giocare più vicino alla porta ma sono disponibile per fare ciò che serve" che equivale a dire io vorrei e dovrei giocare lì ma se Sousa mi mette in un'altra posizione mi adeguo. E di sicuro questo avrà dato noia al portoghese, più del viaggio in se stesso. Ora Bernardeschi dovrà metterci tutta l'umiltà e l'impegno possibile per riconquistare Sousa, perché Babacar, tanto per fare un esempio, dimostra quanto è difficile far cambiare idea al tecnico.